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Il 2021 della Casa visto dal direttore Maurizio Azzollini

Con Maurizio Azzollini, direttore generale della Casa della Carità, abbiamo tracciato un bilancio dell’anno appena concluso, delineando quello che aspetta la Fondazione nel 2022.

Con Maurizio Azzollini, direttore generale della Casa della Carità, abbiamo tracciato un bilancio dell’anno appena concluso, delineando quello che aspetta la Fondazione nel 2022.

Dopo il 2020, infatti, anche il 2021 è stato un anno complesso per la Casa della Carità, in cui si sono dovute gestire le conseguenze della pandemia di Covid-19.

Ma come ha sottolineato anche don Virginio Colmegna, la Fondazione non si è fatta scoraggiare e ha messo in campo una serie di trasformazioni, per venire incontro alle mutate esigenze di chi bussa alla porta di via Brambilla.


Maurizio, che anno è stato il 2021 per la Casa della Carità?
Se dovessi scegliere una parola per descrivere il 2021 della Fondazione direitrasformazione”. Nell’anno appena concluso, infatti, è entrato nel vivoRegaliamoci futuro”, il percorso di riprogettazione dell’azione sociale e degli spazi della Casa della Carità, che ha portato diversi cambiamenti.

Da una parte, abbiamo ripensato alcune modalità di accoglienza adottate finora con nuovi percorsi operativi di ospitalità, aiuto e sostegno, grazie ai quali speriamo di dare vita a servizi sempre più personalizzati e reagire in maniera innovativa ai mutati bisogni delle persone in difficoltà. Percorsi di ospitalità che anche nel 2021 siamo riusciti a sostenere anche grazie al prezioso contributo di Fondazione Cariplo.

Dall’altra, abbiamo ristrutturato alcuni spazi della sede di via Brambilla, per un maggior efficientamento della struttura, nell’ottica di una sempre più forte attenzione della Casa della Carità alla sostenibilità ambientale, ma anche per rispondere alle nuove esigenze di sicurezza dettate dalla pandemia.

Puoi dirci di più dei lavori?
I primi lavori di ristrutturazione della Casa hanno trasformato il vecchio spazio dedicato alle docce in nuove stanze per l’accoglienza. Siamo anche riusciti ad ampliare lo spazio lavanderia e abbiamo costruito una tettoia per proteggere dalla pioggia e dal sole chi frequenta i nostri servizi diurni. Ora l’accesso a questi servizi avviene da ingressi separati rispetto a quello principale, così da evitare situazioni di potenziale contagio tra chi vive nella Casa e gli ospiti esterni. 

inaugurazione nuove docce
L’inaugurazione delle nuove docce

In contemporanea, abbiamo portato avanti i lavori di realizzazione delle nuove docce – che ora sono collocate in una diversa ala della sede di via Brambilla, dove hanno uno spazio più grande – e del centro diurno polifunzionale, così da riaprire la Casa alle persone anziane del quartiere, che la pandemia ha tenuto lontane da noi per lungo tempo. Ci sono mancati i nostri “nonni”, come li chiamiamo affettuosamente, e noi siamo mancati a loro.

Nel mese di novembre abbiamo concluso i lavori con una giornata di festa e grande gioia, che abbiamo voluto far coincidere con il 19° anniversario della Fondazione: il 24 novembre. A tagliare il nastro per inaugurare le nuove docce sono state Angiolina Fornari, Liliana Succi e Marta Medici Munari, tre storiche volontarie di questo servizio, che con i loro racconti ci hanno ricordato le tante persone che hanno aiutato nel corso del tempo. Queste storie ci hanno fatto davvero emozionare. E a dicembre le docce hanno finalmente riaperto.

Si prospettano nuove trasformazioni per il 2022?
Certamente. Nei prossimi mesi partiranno i lavori per realizzare nuovi appartamenti per l’accoglienza delle famiglie in difficoltà di Casa Nido. Saranno tre e dal primo piano di via Brambilla passeranno al secondo piano, dove lo spazio più grande ci aiuterà ad accogliere altre mamme e papà con i loro bambini. La capienza quasi raddoppierà, passando da 8 a 13 persone. Ci sarà anche una sala comune, dedicata ai giochi e allo studio. Vorremmo poi ricavare due nuovi appartamenti dai box disponibili nel cortile, creando ulteriori spazi di accoglienza per chi ha più bisogno di aiuto.

Il progetto per la nuova “Casa Nido”

Il 2021 è stato anche caratterizzato dall’accoglienza di alcune famiglie afghane…
Sì. A partire da metà settembre, in collaborazione con Proges Cooperativa Sociale Servizi alla Persona e CasAmica Onlus e in accordo con la Prefettura di Milano, abbiamo avviato l’accoglienza di alcune famiglie fuggite dall’Afghanistan dopo il ritorno al potere dei talebani. Al momento accogliamo 9 famiglie e una donna sola, per un totale di 32 persone, che sono seguite da un’équipe dedicata nel loro percorso di inclusione.

Come ci racconta la cronaca quotidiana, la pandemia morde ancora. Com’è la situazione alla Casa?
Come hanno sperimentato e stanno sperimentando ancora molte famiglie, anche la grande famiglia della Casa della Carità è ancora colpita dalla pandemia. In questa quarta ondata abbiamo registrato una decina di contagi tra gli ospiti. Fortunatamente, grazie anche al fatto di essere tutti vaccinati, non ci sono stati casi gravi e i positivi sono stati seguiti costantemente dagli educatori e dalle nostre dottoresse e infermiere durante la necessaria quarantena. E chi aveva avuto contatti stretti con un positivo ha potuto fare una vita abbastanza normale, grazie alla terza dose.

Anche alcuni operatori si sono contagiati in ambito familiare o hanno dovuto rimanere in isolamento fiduciario e anche in questo caso non ci sono state situazioni preoccupanti. La nostra attenzione rimane comunque molto alta, per continuare a proteggere la salute di ospiti e lavoratori: distribuiamo i necessari dispositivi di protezione individuale, igienizzanti e detergenti; sanifichiamo periodicamente le strutture e monitoriamo la situazione sanitaria attraverso screening periodici. Tutto questo è possibile anche grazie anche ai fondi dell’8×1000.


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