Nei piani dedicati ad Abramo e Sara, la Casa della Carità accoglie adulti in difficoltà.
Sono donne e uomini, italiani e stranieri, persone di ogni età. A ognuno di loro è proposto un progetto personalizzato di accompagnamento all’autonomia. Le persone ospiti sono supportate da équipe multidisciplinari formate da educatori, medici, psichiatri e psicoterapeuti e assistenti sociali, con cui c’è un rapporto quotidiano di incontro e confronto.
Non esistono percorsi standardizzati, ma con ogni persona accolta si cerca innanzitutto di avviare una relazione di ascolto e conoscenza. Solo successivamente, ospiti ed educatori insieme stabiliscono gli obiettivi di ognuno, declinati in base alle caratteristiche, le capacità e le necessità individuali. Agli ospiti sono anche proposte attività come il corso di italiano, i laboratori di arteterapia e teatro, attività motorie, gite.
Nel 2023, le attività di ospitalità residenziale di persone in condizioni di grave marginalità sociale sono state sostenute anche grazie ai fondi dell’8×1000, che annualmente l’Arcidiocesi di Milano destina alla nostra Fondazione.
“Questa non è la mia famiglia,
Marco, ospite dell’accoglienza adulti
ma è un po’ come una famiglia“
I percorsi dell’ospitalità di adulti in difficoltà
Nell’ambito di “Regaliamoci futuro” – il percorso di riprogettazione della sua azione sociale e dei suoi spazi, avviato dalla Casa della Carità nel 2020 – anche i percorsi di ospitalità per persone adulte in difficoltà si stanno ripensando, con nuovi percorsi operativi e una riorganizzazione delle relative équipe educative:
- “andare verso”, per andare incontro a coloro che non riescono a chiedere di essere aiutati o presentano richieste in modo debole, indiretto e frammentato
- accoglienza in emergenza, per una risposta pronta, immediata e di breve-medio termine a chi si trova in una situazione di improvvisa necessità di ospitalità e orientamento
- progetti sociali, con percorsi medio-lunghi finalizzati all’autonomia, attraverso l’avviamento alla formazione e al lavoro e alla ricerca di un’abitazione
- cura ad alta intensità, per persone con problematiche mediche, psichiatriche o comportamentali, con la presenza costante di figure professionali specializzate
Lo sbocco dei percorsi di ospitalità alla Casa della Carità può essere l’autonomia, l’ospitalità temporanea negli appartamenti a disposizione della Fondazione o l’accoglienza in una struttura di diverso tipo, ad esempio per persone con cronicità del disagio.
Le persone ospitate arrivano da diversi canali: per aver fatto domanda di accoglienza al Centro d’Ascolto o perché agganciate dagli altri servizi diurni della Fondazione, come docce e guardaroba o Sportello legale. In altri casi vengono segnalate dai servizi pubblici o da altre organizzazioni con cui la Casa lavora in rete o in convenzione.
Convenzioni e collaborazioni
Negli anni la Fondazione ha avviato, in convenzione con le istituzioni e in collaborazione con altri enti del Terzo Settore, progetti specifici per migranti con problemi di salute mentale e persone con vulnerabilità fisiche o psichiche, per le quali promuove degli standard di cura adeguati e un’offerta di servizi integrata.
Siproimi DM (Disagio Mentale)
Nell’ambito delle attività di ospitalità di adulti in difficoltà, la Casa della Carità accoglie rifugiati e richiedenti asilo con problemi di salute mentale. L’iniziativa è promossa dal Comune di Milano nell’ambito del SAI – Sistema di Accoglienza e Integrazione del Ministero dell’Interno (ex SPRAR). Le persone ospitate provengono da altri centri non specializzati o da ricoveri in strutture ospedaliere. Gli operatori del progetto, tra cui medici, psichiatri e avvocati, le seguono sul piano sanitario e del riconoscimento dei diritti di cittadinanza, in collaborazione con il Centro di consultazione etnopsichiatrica dell’ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano.
Ospitalità persone vulnerabili
Dal 2013 la Casa della Carità, in convenzione con il Comune di Milano, attua un progetto di ospitalità specifico per cittadini vulnerabili. Si tratta di persone con malattie organiche, disabilità fisiche o patologie psichiatriche, con cui si realizzano interventi sanitari e di cura. Con i cittadini stranieri si lavora inoltre per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, attraverso la regolarizzazione dei documenti. Laddove possibile, si agisce anche sul piano formativo e di inserimento lavorativo.
Per favorire un sistema integrato di interventi a favore di queste persone particolarmente fragili, la Fondazione lavora in rete con altri soggetti pubblici o del privato sociale come il Centro di consultazione etnopsichiatrica dell’ospedale Niguarda Ca’ Granda, la Questura di Milano e il Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi di Milano.
Il progetto è realizzato in ATI con Cooperativa Comunità Progetto Onlus e Cooperativa Farsi Prossimo Onlus, anch’esse impegnate in questo tipo di ospitalità.