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Quaresima 2022, il messaggio di don Virginio

Il messaggio del nostro presidente don Virginio Colmegna per la Quaresima 2022

Siamo ormai giunti al tempo di Quaresima, che quest’anno ha preso avvio con l’invito di Papa Francesco al digiuno e alla preghiera per il conflitto scoppiato in Ucraina, l’ennesimo di una serie di conflitti aperti nel mondo, che quotidianamente producono morte, distruzione, sofferenze, migrazioni; conflitto nel quale anche le Chiese cristiane, va riconosciuto con sincerità e profondo dolore, sono incapaci di comunione e riconciliazione. Un conflitto, quello russo-ucraino, scoppiato a pochi mesi dal dramma afghano, che ha rivelato le responsabilità dell’Occidente e che ci ha coinvolti come Casa della Carità con l’accoglienza di alcune famiglie.

Questi 40 giorni che ci stanno davanti non sono importanti per se stessi, ma in quanto cammino di preparazione al mistero pasquale; mistero di morte e risurrezione che nella fede crediamo e speriamo essere il senso della vita di ogni donna e di ogni uomo e dell’intera creazione.

Così scriveva l’apostolo Paolo alla comunità cristiana di Roma (8,22-23): 

Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

In questi 40 giorni ci è chiesto di ascoltare il gemito della creazione. Il gemito è un lamento sottile, che rischia di non essere nemmeno udito; rischia di essere silenziato dall’indifferenza, dalla ricerca del benessere individuale, così come dal rumore assordante dei media che ci rende spettatori distanti di tanti drammi, perdendo volti e storie personali.

Diversamente, ascoltare il gemito è scegliere di esserne responsabili, anche attraverso quelle tre pratiche che la tradizione ci consegna: la preghiera, l’elemosina, il digiuno.

Così, ascoltare il gemito e la sofferenza significa farlo diventare preghiera, invocazione, come ne siamo capaci, magari senza parole, senza sapere che cosa sia opportuno chiedere; fare del gemito una preghiera anche se ci sentiamo piccoli e vacillanti nella fede.

Ascoltare il gemito significa farci prossimi, toccare le ferite; significa convertire i nostri stili di vita segnati dalla logica del consumo, della ricerca del benessere individuale, stili che, alla fine, alimentano solo conflitti tra popoli per accaparrarsi i beni della terra.

Di fronte a questo nuovo ed ennesimo conflitto, sentiamo urgente e improcrastinabile l’appello rivolto da Papa Francesco a tutte e tutti, quello di costruire una società fraterna. Ciò è possibile solo se poniamo le fondamenta nell’ascolto e nella responsabilità verso coloro che gemono e soffrono, attendendo di poter essere riconosciuti e di poter vivere veramente come sorelle e fratelli.

Don Virginio Colmegna
6 marzo 2022


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