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Covid: vaccino sia “bene comune globale”

La Casa della Carità si unisce agli appelli di medici, scienziati e altre organizzazioni italiane e mondiali

Il Covid ci ha insegnato che la pandemia non è “democratica”. Lo abbiamo visto nel primo lockdown, trascorso diversamente da chi ha una casa spaziosa rispetto a chi ha una famiglia numerosa e vive in un piccolo appartamento. Lo abbiamo visto nell’accesso alla didattica a distanza, molto difficile se non impossibile in contesti caratterizzati da povertà educativa. E con le conseguenze economiche della crisi pandemica, che stanno colpendo più pesantemente le donne e i lavoratori meno garantiti.

Lo vediamo oggi con i vaccini. Come riporta Vita.it, un gruppo di esperti ha rilevato che i paesi ricchi – il 16% della popolazione mondiale – hanno ottenuto il 70% delle dosi disponibili per quest’anno. E ancora, secondo i dati Oxfam, in 69 paesi in via di sviluppo 9 persone su 10 rimarranno senza vaccino per tutto il 2021.

Questo non è tollerabile. 

Che il vaccino contro il Covid sia un bene comune globale

Con il vaccino contro il coronavirus abbiamo una grande occasione: praticare la lotta alle disuguaglianze.

Per questo, ci uniamo ai richiami di quanti, come la People’s Vaccine Alliance e in Italia autorevoli esponenti del mondo sanitario come Garattini, Mantovani e Vaia, chiedono pensare al vaccino contro il Covid come a un bene comune globale.

La richiesta è inoltre quella di sospendere il brevetto, attraverso lo strumento della “licenza obbligatoria”. Questo consentirebbe di produrre, come generico, la quantità necessaria di vaccino in moltissimi stabilimenti sparsi per il mondo.

Come ha sottolineato anche il direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, infatti, solo la condivisione della tecnologia e la rinuncia alla proprietà intellettuale possono consentire la vaccinazione dell’intera popolazione mondiale e un reale contenimento del Covid.

Da questa terribile pandemia, che ormai ci accompagna da un anno, dobbiamo aver compreso che possiamo uscire dalle emergenze solo con uno sguardo universale, perché ogni essere umano è portatore di una domanda di dignità oltre che di diritti inalienabili, come quello alla salute.

E ce lo insegna anche Papa Francesco nell’Enciclica “Fratelli tutti“, dove scrive: «Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità».

L’immagine di apertura è di Hakan Nural su Unsplash.


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