StradUsca è l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale per persone gravemente emarginate, promossa da Casa della Carità con Caritas Ambrosiana, Fondazione Culturale San Fedele e l’Associazione San Fedele onlus – Assistenza sanitaria
Prendersi cura dei più fragili, degli “ultimi degli ultimi” è da sempre la mission della Casa della Carità. Un’attenzione che diventa ancor più necessaria oggi, in tempo di pandemia.
Per questo, insieme a Caritas Ambrosiana, Fondazione Culturale San Fedele e l’Associazione San Fedele onlus – Assistenza sanitaria, ha dato il via al progetto StradUsca: l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale per persone gravemente emarginate, cui viene offerta la possibilità di fare un tampone antigenico rapido. Il nome scelto richiama l’acronimo dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale, in questo caso rivolta prioritariamente a chi vive in strada.
Una presa in carico complessiva
“Quello che offriamo non è solo il tampone, ma una vera e propria presa in carico di queste persone. Sono generalmente persone senza dimora o che non hanno accesso al sistema sanitario pubblico. Per questo sono difficilmente raggiungibili nelle attività di tracciamento, isolamento e trattamento contro il Covid. Ma hanno comunque diritto a essere curate”, spiega Gaia Jacchetti, medico della Casa della Carità.
Attraverso le proprie competenze mediche e sociali, le tre organizzazioni non si occupano solo di fare diagnosi di infezione da Covid. Nel caso del riscontro di positività, si valutano le condizioni cliniche della persona, la sua possibilità di isolarsi nel luogo in cui vive e si tracciano i contatti. Se resterà a domicilio verrà monitorata telefonicamente. In caso contrario, le persone potranno essere inviate nelle strutture predisposte all’isolamento da ATS e Comune di Milano.
La salute diritto di tutti
“L’idea alla base di questa iniziativa è che anche gli abbandonati, i dimenticati, coloro che non hanno titolarità di protezione sanitaria, magari perché non hanno il permesso di soggiorno e quindi il medico di base, devono vedersi garantito il diritto alla salute. Un diritto universale, così come sancito dalla nostra Costituzione. A maggior ragione in un tempo di pandemia. È una questione di dignità”, afferma don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità.
Che aggiunge: “Per questa iniziativa abbiamo stretto un’alleanza con Caritas Ambrosiana e San Fedele. Questo non significa che l’attenzione alla salute dei più fragili può essere delegata al Terzo settore. Vogliamo invece sottolineare che essa è impegno comune di pubblico e privato sociale, che investe tutta la città. Alle istituzioni pubbliche, a cui spetta la tutela della salute di tutti, è richiesta corresponsabilità. Per questo il progetto è stato condiviso con ATS Città Metropolitana di Milano”.
“StradUsca è una sperimentazione che rientra nei nuovi percorsi operativi che stiamo mettendo in atto con Regaliamoci futuro, il percorso di ripensamento e riorganizzazione della Casa della Carità. È uno dei modi che abbiamo trovato per andare verso le persone che non riescono spontaneamente a raggiungere i servizi, pubblici o del privato sociale. Ed è anche un modo per ribadire che occuparsi dei più fragili significa mettere in campo una presa in carico complessiva della persona e non tanti interventi scollegati fra loro”, dice ancora Gaia Jacchetti.
Le modalità di accesso a StradUsca, l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale
L’accesso a StradUsca avviene su invio dei servizi, degli ambulatori del volontariato, delle unità mobili, dei centri di ascolto. In un’ottica di rete e di collaborazione continua, a queste realtà è chiesto di continuare a farsi carico della persona, anche dopo l’invio a StradUsca.
I tamponi vengono poi effettuati su appuntamento presso le sedi dei tre enti: via Francesco Brambilla 10 (Casa della Carità), via san Bernardino 4 (Caritas Ambrosiana) e Galleria Hoepli (San Fedele).
Per maggiori informazioni e per concordare gli invii: stradusca@caritasambrosiana.it
La foto di apertura è di Mufid Majnun su Unsplash