Mercoledì 6 la Casa della Carità ha ospitato di “Tracce indelebili: storie di dieci attivisti che hanno cambiato il mondo”, il nuovo libro di Osservatorio sui Diritti Umani
Mercoledì 6 luglio, la Casa della Carità ha ospitato la presentazione di “Tracce indelebili – Storie di dieci attivisti che hanno cambiato il mondo“, il nuovo libro pubblicato da Osservatorio sui Diritti Umani, associazione non profit con cui la Fondazione collabora da tempo.
Questo libro rappresenta un viaggio alla scoperta di 10 storie incredibili di donne e uomini che con le loro brevi vite hanno lasciato segni capaci di tracciare un cammino diverso da quello predominante.
«Conoscere le loro lotte – piccole o grandi che siano, avvenute decenni fa o appena concluse – ci aiuta a prendere coscienza delle storture del sistema in cui siamo immersi, costruito come una piramide: una base di sfruttamento abitata da tanta gente silenziata e impoverita, contro un vertice costituito da pochi privilegiati, occupati a gestire soldi e potere», afferma il direttore di Osservatorio Diritti, Marco Ratti.
Che aggiunge: «Scoprire quello che sono stati e cosa rappresentano ancora oggi queste persone, ci permette di interiorizzare che reagire è possibile, che le cose possono cambiare, che un altro mondo può nascere nella misura in cui ognuno di noi contribuisce a questa trasformazione»,
Daphne Caruana Galizia e Peppino Impastato
Gli autori di “Tracce indelebili” sono sei giornalisti e giornaliste che collaborano con Osservatorio Diritti: Diego Battistessa, Giulia Cerqueti, Alice Facchini, Laura Filios, Irene Masala e Maria Tavernini.
Il disegno di copertina, invece, è opera di Gianluca Costantini, artista e attivista che ha messo il suo talento grafico al servizio di importanti cause umanitarie.
Mercoledì 6 luglio, nel corso dell’incontro di presentazione del volume alla Casa della Carità, insieme al direttore di Osservatorio Diritti Marco Ratti era presente Laura Filios, che ha curato i capitoli dedicati ai giornalisti e attivisti Daphne Caruana Galizia e Peppino Impastato.
Daphne Caruana Galizia è stata una giornalista maltese, impegnata in numerose inchieste e attiva contro la corruzione. È stata fatta saltare in aria nell’ottobre 2017 nella sua auto, perché aveva osato mettere il naso nelle oscure trame di gente potente. Peppino Impastato, non ha bisogno di presentazioni: la sua è stata una vita interamente dedicata alla lotta contro la mafia e da questa ucciso il 9 maggio 1978.
Dieci storie che hanno cambiato il mondo
Insieme a queste due figure, che saranno appunto approfondite durante la presentazione del 6 luglio, il libro racconta la vita di:
- Berta Cáceres, ammazzata nel marzo 2016 in Honduras per la strenua lotta a favore del suo popolo e dell’ambiente e diventata subito un esempio di resistenza per il mondo intero.
- Marielle Franco, politica e attivista brasiliana cresciuta tra le favelas, dove ha combattuto in difesa di emarginati e poveri. Fino ad essere freddata a Rio de Janeiro nel marzo 2018, ad appena 38 anni, insieme all’autista Anderson Pedro Gomes.
- Hevrin Khalaf, politica curda con cittadinanza siriana che si è battuta fino alla morte per difendere la pace e i diritti delle donne.
- Xulhaz Mannan, uno dei più noti attivisti Lgbtqi+ bengalesi, ucciso a colpi di machete nel 2016 insieme a un altro giovane attivista, Mahbub Rabbi Tonoy. Sapeva di essere in pericolo, ma non si è fermato.
- Thomas Sankara è un personaggio controverso, militare, politico e rivoluzionario del Burkina Faso, che ha consumato la sua vita per indicare una strada verso lo sviluppo e la giustizia, fuori da logiche neocolonialiste, tanto da essere ricordato ancora oggi con ammirazione in tutto il continente
- Ken Saro-Wiwa è stato uno scrittore nigeriano e attivista per la difesa del popolo Ogoni e dell’ambiente. È morto «inorridito dall’umiliante povertà» del suo popolo, «che pure vive in una terra ricca». Parole sue, che infiammano ancora chi lotta per i diritti in terra africana.
- Ebru Timtik, avvocata e attivista turca di origine curda, condannata ingiustamente per la sua lotta in difesa dei diritti umani e morta nell’agosto 2020 dopo 238 giorni di sciopero della fame a 42 anni di età.
- Li Wenliang, il medico che ha dato per primo al mondo l’allarme di un nuovo coronavirus, subendo inizialmente le ritorsioni del governo e morendo lui stesso di Covid-19 il 7 febbraio 2020. Un uomo che è diventato suo malgrado modello per tanti cinesi che credono ancora nel rispetto dei diritti.
Approfondisci
Il sito della Casa della Carità ospita due podcast, uno quotidiano e uno quindicinale, prodotti da Osservatorio Diritti. Per ascoltarli, clicca qui.