Storie

Maria, dal Triboniano al Louvre

Per la Giornata internazionale del popolo Rom dell’8 aprile, vi raccontiamo la storia di Maria, che viveva al campo di via Triboniano.

Maria oggi ha 22 anni, lavora, vive da sola e quando può viaggia con le amiche e sua sorella minore.

Fino a 10 anni fa, però, la vita di Maria era molto diversa. Insieme alla sua famiglia, infatti, viveva nel campo di via Triboniano a Milano che, con oltre 100 nuclei familiari presenti e 500 abitanti, era l’insediamento più grande della città.

Triboniano: dal presidio sociale al superamento

Due bambine del campo di Triboniano in gita al mare. Tra loro Maria, che racconta: “Con voi a Pomaia ho visto il mare per la prima volta”.

In via Triboniano, la Casa della Carità ha gestito un presidio sociale dal 2007 al 2011, quando il Comune di Milano ha deciso di chiudere l’insediamento e la Fondazione ne ha seguito il superamento, costruendo insieme alle famiglie l’uscita dal campo attraverso percorsi di autonomia abitativa.

«Con queste famiglie la Casa della Carità ha svolto in molti casi un difficile lavoro di “sensibilizzazione” sul valore della scuola, soprattutto per bambine e ragazze, che spesso venivano date in sposa a 14/15 anni, mettendo la pietra tombale sul loro percorso scolastico», racconta Fiorenzo De Molli, responsabile dell’Area Accoglienza della Fondazione, che ha seguito il superamento del campo di via Triboniano.

Molte di quelle che allora erano bambine, oggi sono adolescenti che continuano a frequentare la scuola o giovani donne che hanno intrapreso un percorso lavorativo.

Maria, dalle baracche al Louvre

Maria con la sorella in visita al Louvre.

Come Maria, che ha finito la scuola e, fino allo scoppio della pandemia, lavorava nella ristorazione. All’uscita dal campo ha vissuto con la sua famiglia in una casa popolare e a 18 anni è uscita di casa.

«A distanza di 10 anni dalla chiusura dell’area abitativa, ho incontrato Maria, che con freschezza e passione mi ha parlato del suo lavoro, adesso purtroppo fermo per il Covid. Aveva gli occhi che le brillavano, raccontando di essere andata con la sorella diciottenne a visitare, da sole, Parigi. Sentirla parlare del Louvre e della Gioconda è stato qualcosa di emozionante. Da bambine hanno vissuto fra container e baracche, topi e rifiuti, con la quasi certezza di un “non futuro”. Ora sono trasformate in giovani donne, autonome, capaci di vincere il giogo maschilista, ricche di desideri, sognatrici e amanti del bello… è straordinario!», afferma in conclusione Fiorenzo.

In apertura: l’ex campo di via Triboniano a Milano. Foto: Donatella De Vito.


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