Giannico Ruffin è stato uno storico volontario della Casa. È scomparso il 7 novembre 2021 a 84 anni.
Il suo sguardo gentile, che faceva capolino dagli occhiali portati in punta di naso, e il sorriso dolce, che non mancava mai. I suoi modi garbati e la sua disponibilità. Ma anche i borbottii, quando vedeva qualcosa che non andava, da interpretare non come una lamentela, ma come grande amore e dedizione per la Casa della Carità.
Questo, e tanto altro, rimarrà nei nostri ricordi di Giannico Ruffin, storico volontario della Fondazione, che se n’è andato domenica 7 novembre, all’età di 84 anni.
In via Brambilla Giannico ci era arrivato da ospite, alla fine di settembre 2005, per andarsene pochi mesi dopo, a metà gennaio 2006, dopo l’assegnazione della casa popolare al Giambellino.
Ma alla Casa era rimasto molto legato e così, poco tempo dopo la fine della sua permanenza da ospite, era tornato come volontario: «Lo faceva con passione e tenacia. Le sue parole erano “quartiere”, “partecipazione” , lo “spirito della casa” nonché i “biglietti per lo stadio”», racconta Fiorenzo De Molli, responsabile del Settore Accoglienza e Ospitalità.
E proprio le attività sportive e ricreative per bambini e ragazzi erano la sua passione. Quasi il suo cruccio, si potrebbe dire, tante ne ha organizzate nel corso degli anni: dal judo ai tornei di calcio e di bocce. «Era un vulcano di idee», ha ricordato don Virginio, celebrandone l’ultimo saluto.
Giannico era stato anche l’anima dell’Inter Club della Casa della Carità e attraverso questa sua attività era costantemente impegnato per far sì che gli ospiti potessero assistere alle partite a San Siro. E c’era stato il suo zampino quando, prima della partita di Champions League Inter-Barcellona del 20 aprile 2010, un gruppo di bambini rom ospiti della Casa ha accompagnato mano nella mano i giocatori sul campo del Meazza. E anche quando poi l’Inter vinse la Champions, è stato anche grazie a Giannico che la “coppa dalle grandi orecchie” aveva fatto tappa alla Casa della Carità per una serata di festa.
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Un altro suo cavallo di battaglia era la fiera “Fa La Cosa Giusta”. I primi anni curava il banchetto della Fondazione tutto da solo e successivamente ha sempre spinto affinché la Casa partecipasse.
Negli ultimi due anni, qualche acciacco prima e la pandemia poi lo hanno tenuto lontano da via Brambilla, ma quando lo si sentiva al telefono non mancava mai di interessarsi della Casa.
Tanti i messaggi di affetto condivisi da operatori e volontari. Ne segnaliamo uno in particolare, quello di Matilde Brockhaus, presidente dell’Associazione Volontari della Casa della Carità: «Ciao Giannico! Ti ricordo con tanto affetto e simpatia. Ci siamo conosciuti quando nel 2005 ho iniziato la mia attività di volontariato in Casa della Carità e ricordo con quanta riconoscenza e ammirazione mi parlavi della Casa. Poi, nel susseguirsi degli anni abbiamo ‘lavorato’ accanto come volontari con passione e dedizione, sempre disponibile a portare idee e proposte nuove, molto apprezzato dagli amanti del calcio per i tanti biglietti che sei sempre riuscito a procurare. Ricordo il tuo ingresso felpato quando ero al centro ascolto e ti fermavi per fare delle lunghe chiacchierate… c’era davvero una stima e un’attenzione reciproche. Negli ultimi tempi ho potuto comunicare con te solo per telefono e avvertivo il tuo dispiacere per non poter più venire a quella che in fondo tu sentivi come la tua “Casa”. Sentiremo la tua mancanza. Ciao Giannico! Matilde (la ‘tua presidente’, così amavi chiamarmi…)».