Kazi è arrivato in Italia dal Bangladesh quando aveva 4 anni ed è ospite di Casa Nido.
Tra i 1.330 i minori ospitati nel 2022 alla Casa della Carità, c’è Kazi, accolto con la mamma Sharmin a Casa Nido, lo spazio di accoglienza per donne con figli e famiglie in difficoltà, che si sviluppa in “appartamenti per l’autonomia” nella sede di via Brambilla.
Qui le persone accolte sono aiutate a sviluppare le proprie risorse personali e genitoriali, dove possono costruire o ricostruire la propria identità, imparare a stare con gli altri nel rispetto delle regole comuni e delle abitudini quotidiane, con l’obiettivo di raggiungere l’autonomia e il reinserimento nella società.
«Kazi è arrivato in Italia dal Bangladesh quando aveva 4 anni, grazie al ricongiungimento familiare ottenuto per lui e Sharmin da suo papà Monir, che già viveva in Italia da tempo. Poco dopo essere arrivati a Milano, però, Kazi e Sharmin sono rimasti soli, perché Monir è morto a seguito di un infarto», spiega Luisa Brembilla, responsabile di Casa Nido.
Per un po’ mamma e figlio se la sono cavata grazie a dei connazionali che li hanno ospitati, ma che tuttavia, dopo qualche tempo, hanno fatto capire a Sharmin che lei e Kazi non erano più i benvenuti, perché lei non lavorava e non poteva quindi contribuire alle spese.
Kazi e la mamma, rimasti soli, sono accolti a Casa Nido
Così, Sharmin si è rivolta ai servizi sociali del Comune di Milano, che ha chiesto alla Casa della Carità se ci fosse un posto negli appartamenti di Casa Nido, dove mamma e figlio sono stati accolti, iniziando con loro un percorso verso l’inclusione sociale e l’autonomia. A partire dai documenti.
«Dal momento che era rimasta vedova, Sharmin non aveva più diritto al permesso di soggiorno in Italia – spiega Luisa – abbiamo però scoperto che Monir era socio di un negozio a Milano e così abbiamo fatto in modo di “trasferire” le sue quote a Sharmin, così che avesse un lavoro, che le garantiva il permesso di soggiorno, e una piccola entrata».
Sharmin è stata seguita anche nell’apprendimento della lingua italiana, ma soprattutto alla Casa ha ricevuto il conforto e la protezione di cui aveva bisogno in un momento così drammatico, dopo aver perso il marito ed essersi ritrovata in un Paese straniero da sola, con un figlio piccolo: «Aveva bisogno di sentirsi voluta bene», dice Luisa raccontando la storia di Sharmin.
Ed è proprio questo il punto forte di Casa Nido: non sono solo appartamenti, ma un contesto protetto e amorevole dove viene costruito un percorso che porta le famiglie all’autonomia.
Kazi intanto ha iniziato a frequentare una scuola del quartiere e, al sabato, alla scuola di Corano. Lo scorso settembre doveva iniziare la prima elementare e così Luisa ha deciso di fargli una sorpresa: rientrato dalla scuola di Corano, vestito di tutto punto, Kazi ha trovato il tavolo del suo appartamento pieno di materiale scolastico.
«Erano solo quaderni, penne e matite, ma Kazi era al settimo cielo; la sua gioia era quasi incontenibile. Finalmente, per la prima volta, aveva qualcosa di nuovo e di solo suo. Poteva andare a scuola e avere tutto come gli altri suoi compagni», ricorda Luisa.
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