La Casa della Carità con il suo presidente don Virginio Colmegna aderisce alla mobilitazione per chiedere di sospendere i brevetti su vaccini e cure antipandemiche.
Sospendere i brevetti su vaccini e cure antipandemiche, così che possano essere realmente accessibili a tutti a livello globale.
Questa la richiesta della campagna “Diritto alla cura. Nessun profitto sulla pandemia” che raccoglie firme a sostegno di un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), per obbligare l’Unione Europea a modificare gli accordi commerciali con una sospensione, almeno temporanea, dei brevetti dei vaccini.
Anche la Casa della Carità aderisce a questa mobilitazione insieme al suo presidente don Virginio Colmegna, che recentemente ha scritto sul suo blog: «La mobilitazione sui vaccini non è qualcosa da accantonare o da avvertire come una campagna tra le altre. È un momento decisivo dove siamo chiamati non a un pessimismo rinunciatario, ma a immettere energie culturali ed etiche per portare dentro la società una visione il più possibile solidale e di fraternità».
L’INTERVENTO DI DON VIRGINIO DURANTE L’INIZIATIVA “O I BREVETTI O LA VITA”
Dopo molti problemi iniziali – in particolare nella nostra Regione – anche in Italia sta andando avanti la campagna vaccinale. Il richiamo della Fondazione è a mantenere alta l’attenzione alle persone fragili e a quelle che si prendono cura di loro.
Pensiamo alle persone con gravi patologie e a quelle con disabilità fisica e psichica, i loro familiari, i caregiver e gli operatori che li seguono. Ma anche ai detenuti nelle carceri e agli ospiti di strutture di vita comunitaria dove, senza l’immunizzazione di tutti i residenti, il rischio di contagio rimane alto.
Il vaccino per tutte e tutti
Per la Casa della Carità il vaccino deve arrivare a tutti. Comprese le persone senza dimora e gli immigrati irregolari.
Per questo motivo la Fondazione, come membro di fio.PSD – Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora e insieme a GRIS – Gruppo Immigrazione e Salute della Lombardia, ha scritto una lettera alla Regione Lombardia per chiedere che queste persone siano vaccinate il prima possibile.
In merito a queste richieste, lo scorso 19 maggio c’è stata un’apertura da parte della Regione. «Le Ats lombarde contatteranno le organizzazioni che si occupano dei senzatetto per chiedere il numero di soggetti che assistono e per capire la capacità che hanno di somministrare le dosi vaccinali», ha dichiarato Marco Salmoiraghi, dirigente dell’assessorato regionale al Welfare, nel corso di un’audizione in commissione Sanità del Consiglio regionale, confermando che si sta studiando una soluzione anche per gli immigrati irregolari.
Del tema ha parlato la dottoressa Gaia Jacchetti, medica della Casa della Carità, nel corso di un’intervista con Marconi Radio Aperta su Radio Marconi.