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Sportello legale: tanti dal Perù

Dalla primavera 2022 allo Sportello legale della Casa hanno iniziato ad arrivare tantissime persone dal Perù. Ne abbiamo parlato con il nostro avvocato, Peppe Monetti.

Fino alla primavera del 2022 non erano molti i sudamericani che si erano rivolti alla Casa della Carità per chiedere accoglienza. Ma da allora qualcosa è cambiato e in via Brambilla hanno iniziato ad arrivare moltissime persone dal Sud America e in particolare dal Perù.

Nel 2022 allo sportello di tutela e consulenza legale della Fondazione sono arrivati 114 cittadini peruviani (per un totale di 222 accessi allo sportello). Erano stati solo 48 l’anno precedente.

Ne abbiamo parlato con Peppe Monetti, responsabile dello sportello.

Dal Perù a Milano, perché

«Il flusso anomalo di persone provenienti dal Perù è cominciato nella primavera del 2022, quindi ben prima che la situazione politica del Paese precipitasse lo scorso dicembre. Quello che è successo è che la pandemia, oltre a essere stata devastante dal punto di vista sanitario (il Perù è stato il Paese con più morti pro capite per Covid, ndr), ha fatto saltare il sistema sociale del paese», esordisce Peppe.

Le persone che si rivolgono allo sportello di tutela e consulenza legale della Casa raccontano tutte la stessa realtà: scappano perché hanno paura di vivere in un paese dove, a seguito della pandemia, c’è una violenza diffusa e dove la situazione economica è disastrosa.

Secondo un report della FAO, datato novembre 2022, in Perù più della metà degli abitanti non ha soldi sufficienti per coprire i bisogni alimentari di base e si stima che, dall’inizio della pandemia, la percentuale della popolazione che vive in povertà è aumentata dal 20% al 30%.

«Quello che ci spiegano è che la maggior parte dei peruviani vivevano di economia informale o lavori in nero. Avendo fatto dei lockdown molto duri e con pochissime misure di sostegno, il sistema è saltato. A fronte di questo, c’è stata l’esplosione di tantissima violenza, sia domestica che nelle strade, soprattutto nei confronti delle donne. E infatti il flusso iniziale è stato soprattutto femminile», spiega Monetti.

Successivamente sono arrivate donne con bambini e poi sempre più nuclei familiari, anche molto giovani, con figli piccoli. Come la famiglia di Diego, Gabriela e Francesco, oggi ospite della Casa. Leggi la loro storia.

Che cosa chiedono alla Casa della Carità

Dalla maggior parte dei paesi del Sud America si arriva facilmente in aereo con il visto turistico. Quasi tutti fanno il volo Lima-Madrid e molti si fermano in Spagna, perché facilitati dalla lingua. Chi arriva in Italia, di solito raggiunge dei familiari, in genere la mamma o la nonna, che solitamente lavorano come badanti o comunque come collaboratrici familiari e che sono il primo aggancio per i nuovi arrivati per trovare lavoro e soprattutto per essere ospitati.

«Da quando la Casa ha iniziato le sue attività di accoglienza abbiamo avuto pochissimi ospiti sudamericani, che si rivolgevano a noi soprattutto per i documenti. Questo perché le comunità sudamericane a Milano, e in particolare quella peruviana, sono molto presenti e si aiutano molto, per esempio dando ospitalità ai connazionali che ne avessero bisogno», spiega il legale della Fondazione.

«Però con questo flusso così massiccio e con l’arrivo non solo di donne singole ma di intere famiglie, anche il sistema di aiuto della comunità è saltato e sono sempre di più le persone e le famiglie che si ritrovano a vivere in situazioni difficili e che quindi ci chiedono anche un posto dove vivere», aggiunge Monetti.

E allo sportello continua anche il lavoro di sostegno e orientamento dal punto di vista legale: «Molte persone sono finite in mano ad avvocati che chiedono cifre spaventose per delle richieste che spesso sono errate e allora le riorientiamo per seguire il percorso di regolarizzazione più corretto».

Approfondisci

  • Conosci il lavoro dello sportello di tutela e consulenza legale della Casa. Clicca qui.
  • Guarda l’incontro online “Rivolte in Perù: lo Stato contro il popolo?” di ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. Clicca qui.

[L’immagine in apertura è di Formiche.net]


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