Proviamociassieme è uno dei progetti della Casa della Carità dedicato alla salute mentale.
La Casa della Carità è da sempre impegnata nell’ambito della sofferenza mentale attraverso vari progetti, che si sviluppano non solo nella sua sede di via Brambilla a Milano, ma anche sul territorio cittadino. Una di queste iniziative territoriali è Proviamociassieme, un progetto di sostegno all’abitare autonomo di persone fragili, realizzato dalla Casa nel quartiere Molise-Calvairate, promosso e finanziato dal Comune di Milano e realizzato in convenzione con il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Fatebenefratelli – Sacco.
Nato nel 2000 come “Progetto Molise Calvairate per la salute mentale”, dal 2010 si chiama Proviamociassieme, proprio per sottolineare la collaborazione tra ente locale, sanità pubblica e terzo settore e per evidenziare il protagonismo dei cittadini-utenti nel proprio percorso di cura.
Proviamociassieme, il metodo
«Proviamociassieme parte da una convinzione: la sofferenza mentale prolifica laddove i legami tra persone sono labili, generando quindi isolamento e chiusura. Lenire questa sofferenza significa ricreare connessioni, promuovere conoscenza reciproca, costruire e consolidare reti e relazioni», riassume Massimiliano Soldati, responsabile del progetto.
E ci sono episodi che raccontano come le cose stiano funzionando. Racconta Massimiliano: «Qualche tempo fa avevamo organizzato un momento conviviale. Antonio, un nostro ospite, ha pensato di invitare una signora che vive nel caseggiato dove ha sede Proviamociassieme e con cui molti utenti hanno un buon rapporto anche se lei non frequenta il centro. Questo è stato molto bello e fa vedere che il senso del nostro lavoro – creare relazioni tra le persone – è stato interiorizzato dai nostri ospiti».
Proviamociassieme, le persone
Abbiamo chiesto agli ospiti di Proviamociassieme che cos’è per loro questo luogo e come gli ha cambiato la vita.
Ecco che cosa ci hanno risposto:
Obiettivo: protagonismo
Il modello di riabilitazione proposto da Proviamociassieme va oltre l’intervento sanitario e utilizza l’arte, nelle sue varie forme, nel lavoro di cura: negli anni, infatti, i cittadini-utenti di Proviamociassieme hanno realizzato diversi cortometraggi e un lungometraggio e hanno dato vita alla compagnia di danza “I Baldanzosi”, composta da ospiti e operatori del progetto. In questo modo, gli ospiti diventano protagonisti del loro percorso di cura.
Proviamociassieme, inoltre, ha creato un luogo di incontro nel caseggiato popolare di via Molise 5, aprendo la porta a tutte quelle persone che, pur avendo un disagio, esprimono il desiderio di incontrarsi, di trovare un luogo in cui essere accolte, ascoltate e condividere momenti di convivialità.
Con l’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, anche la gestione di questo spazio è diventata parte del processo che vede gli ospiti sempre più protagonisti: «Gli ospiti si sono dimostrati pronti a prendersi più responsabilità, arrivando a una vera e propria co-gestione di questo spazio. Quindi se uno degli obiettivi di Proviamociassime è il protagonismo delle persone, con la fine della pandemia questo obiettivo si è realizzato», spiega Emanuela Costa, coordinatrice di Proviamociassieme.
Tra chi frequenta il centro, infatti, c’è chi ha le chiavi della sede, chi sa cosa c’è da fare perché tutto funzioni, chi aiuta nell’organizzazione e nella gestione delle attività: «Ognuno partecipa secondo le proprie inclinazioni. E non siamo noi che affidiamo loro qualche attività per dargli un contentino. Sono davvero necessari affinché questo luogo vada avanti», aggiunge Emanuela.
Le iniziative in cantiere
La fantasia di ospiti e operatori di Proviamociassieme non conosce limiti e i Baldanzosi sono già al lavoro per realizzare la loro prossima coreografia, che si chiamerà “Psycho Thriller”. «Sarà un remake del famoso video di “Thriller” di Micheal Jackson, ma invece di essere ambientato in un cimitero, sarà ambientato in un reparto psichiatrico, con l’obiettivo di sensibilizzare su questa tematica», spiega Emanuela.
Che aggiunge: «Quello che vogliamo raccontare con questo video sarà l’esperienza, che molti dei nostri ospiti hanno vissuto, di ricovero in un reparto ospedaliero di psichiatria. Ognuno, e non solo i ballerini che saranno protagonisti, ha dato il suo contributo, condividendo la sua esperienza di ricovero, che può davvero essere spaventosa e straniante. Per questo, giocheremo con delle maschere, che rappresenteranno i sentimenti e le paure che i nostri ospiti hanno provato in quei momenti».
Approfondisci
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