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Regolarizzazione: un primo passo avanti

Ero Straniero: «La regolarizzazione è un primo passo, seppur parziale, verso diritti e legalità. Continueremo a lavorare per una riforma complessiva della legislazione attuale in materia di immigrazione».

La misura approvata mercoledì 13 maggio 2020, che prevede la possibilità per i cittadini stranieri senza documenti di accedere alla regolarizzazione in seguito alla stipula di un contratto di lavoro – anche se solo in alcuni settori – rappresenta un primo passo importante, seppur parziale, verso il riconoscimento dei diritti e la tutela della dignità di centinaia di migliaia di persone straniere presenti nel nostro Paese.

È un obiettivo su cui da tempo come campagna Ero straniero siamo impegnati, anche attraverso una specifica proposta di legge popolare depositata alla Camera a fine 2017, ora all’esame della I Commissione. 

Vogliamo innanzitutto dare atto ai membri del governo che hanno portato avanti con determinazione il provvedimento. Tuttavia, non possiamo non ribadire che, per una reale efficacia dell’intervento, sarebbe stato necessario un allargamento quanto più possibile della platea dei beneficiari: innanzitutto non limitando l’accesso alla procedura di regolarizzazione prevista al comma 1 ai settori agricolo, di cura e lavoro domestico, ma aprendo anche agli altri comparti.

Troppo restrittivi poi i requisiti richiesti al cittadino straniero per poter chiedere il permesso di soggiorno di 6 mesi per cercare un lavoro, previsto dal comma 2: saranno pochissimi quelli che potranno accedervi.

Il contratto non basta?

La garanzia di un contratto – in un qualsiasi settore – non è già un elemento sufficiente perché la persona assunta possa vivere dignitosamente e contribuire alla società? Che senso hanno queste limitazioni se l’obiettivo della misura è il contrasto dell’invisibilità, con tutte le gravi conseguenze sul piano economico, sanitario e di sicurezza sociale che tale condizione comporta? 

Se si vuole realmente essere incisivi su quel terreno e ottenere risultati concreti, nell’interesse del Paese, occorre dare a quante più persone possibili l’opportunità di vedersi riconoscere diritti e tutele e prevenire la creazione di ulteriore irregolarità: per questo continueremo a lavorare affinché si arrivi presto a una riforma complessiva della legislazione attuale in materia di immigrazione con l’approvazione in Parlamento della nostra legge popolare

Nella foto in apertura: I promotori della campagna, tra cui don Virginio Colmegna per la Casa della Carità, consegnano le firme raccolte alla Camera.


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