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A rischio il sistema di welfare

Le 130 organizzazioni della società civile e del Terzo settore “Per un nuovo welfare”, tra cui la Casa e l’Associazione Amici, scrivono al Governo e chiedono alla presidente Giorgia Meloni un incontro urgente.

Alla Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia Meloni
Al Presidente della Camera dei Deputati
Dott. Lorenzo Fontana
Al Presidente del Senato della repubblica
Dott. Ignazio La Russa

Appello dell’alleanza “Per un Nuovo Welfare”: Chiediamo un efficace Nuovo Welfare, non basta smantellare il vecchio!

Egregi Presidenti,
l’Alleanza “Per Un Nuovo Welfare”, che unisce oltre 130 organizzazioni della società civile ed enti del Terzo settore, chiede alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti di Camera e Senato di essere ascoltata nella costruzione delle nuove politiche di welfare, secondo il principio di sussidiarietà presente nella nostra Costituzione e alla luce dei valori espressi nella riforma del Terzo settore.

Chi siamo

La nostra variegata e corposa Alleanza è nata durante la pandemia per collaborare con i governi che si sono succeduti nella gestione della grave crisi sociale e sanitaria, al fine di offrire risposte tempestive e adeguate ai bisogni emergenti delle fasce di popolazione vulnerabile, quelle fasce che furono maggiormente colpite dalle restrizioni sociali scaturite dall’esigenza del contenimento del virus e che in buona parte ne pagano ancora le conseguenze.

Tra aprile e giugno 2020 abbiamo elaborato 7 position paper per far avanzare un Nuovo Welfare, poiché il vecchio era stato ormai completamente smascherato e smantellato dal coronavirus:

  • carceri in rivolta per una vita insostenibile e indecente al suo interno;
  • ecatombe di anziani che dovevano essere protetti in RSA;
  • servizio sanitario territoriale presente in maniera efficiente solo a macchia di leopardo;
  • disabili isolati nelle case privi di progettazione personalizzata;
  • giovani desiderosi di offrirsi in servizio alla patria, attraverso il servizio civile universale, rimasti colpevolmente in panchina;
  • scoperta del digital divide di ragazzi e ragazze e un numero enorme di dispersi alla scuola nel primo anno di Covid;
  • donne costrette a restare in casa con uomini violenti e senza alcuna vera protezione per il loro disagio;
  • migranti residenti in Italia e privi di welfare e di accesso alle cure;
  • famiglie indigenti il cui reddito dell’anno precedente si trasformava in ostacolo insormontabile per ottenere una misura di integrazione al reddito.

In definitiva, abbiamo evidenziato che la prima grande epidemia della storia repubblicana del nostro paese ha visto in prima fila, come risposta ai bisogni sociali emergenti, due istituzioni novecentesche: il pronto soccorso ospedaliero per le prese in carico immediate e l’esercito per la gestione del contenimento sociale, con buona pace di oltre settant’anni di welfare a buon diritto improntato alla Costituzione italiana. Si tratta di mancanze ataviche e strutturali del welfare italiano che il Covid ha solo messo in risalto.

In risposta alla necessità di avviare una “fase due” e un piano di ripresa del paese (poi divenuta PNRR) la società civile organizzata ha inteso svolgere la sua parte di responsabilità elaborando proposte concrete su sette argomenti:

  1. Budget di salute;
  2. Parziale riforma del RDC con i Patti per l’Imprenditoria Civile;
  3. Accoglienza Diffusa per migranti, persone vulnerabili e anziani;
  4. Contrasto alla Povertà Educativa con i patti educativi di comunità e di budget educativi;
  5. La promozione pubblica di un’agricoltura inclusiva;
  6. La connessione tra inclusione sociale, povertà energetica e riconversione ecologica;
  7. La definizione di chiare politiche per il disarmo e la promozione di nuove competenze in
    materia di pacificazione.

Tutte le nostre proposte sono state raccolte in un Instant Book e presentate sia al presidente Conte che al presidente Draghi (https://perunnuovowelfare.it/wp-content/uploads/sites/5/2020/06/02-Instant-book_agg.pdf)


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