La fotografa Margherita Lazzati ha ritratto i barconi utilizzati dai migranti per attraversare il Mediterrano, documentando gli oggetti che vi sono rimasti.
La Fondazione Ambrosianeum ospita nelle sue sale la mostra fotografica “Il porto che non c’è” di Margherita Lazzati a cura di Galleria l’Affiche.
Nelle 107 fotografie esposte, Margherita Lazzati – un’amica della Casa, dove all’inizio del 2024 ha portato la sua mostra “San Vittore, quartiere della città” – ritrae i barconi di legno utilizzati dai migranti per attraversare il Mediterrano.
Questi barconi, scrive il curatore della mostra Adriano Mei Gentilucci sono “testimonianza di un viaggio omerico e attuale, tragico e quotidiano, un’odissea iniziata di là dal mare e finita nei cortili delle carceri, sempre più carceri, con la loro popolazione in aumento, in buona parte composta da chi proprio su quelle imbarcazioni è arrivato in Italia”.
I relitti ritratti da Lazzati sono infatti “spiaggiati” nel cortile del carcere di Opera, in attesa che il loro legno sia trasformato dai detenuti-liutai in opere d’arte e presepi, ma anche in violini, viole, violoncelli che compongono l’ormai famosa Orchestra del Mare.
Possiamo immaginare che in questi viaggi della speranza le persone non abbiano potuto portare con sé delle valigie. Ma delle poche cose che potevano avere qualcosa è rimasto, ed è documentato negli scatti di Lazzati.
Come scrive il critico d’arte Jean Blancheart nell’introduzione alla mostra, ci sono oggetti che vanno “dalle Nike con logo rosa di imitazione, alle scarpe da tennis o da ginnastica completamente distrutte; dai copertoni neri di ruote d’automobile ancora semi gonfi che avranno avuto la funzione di galleggianti, agli ami da pesca; dalle scatole di sardine, provviste per la traversata, alcune aperte, altre ancora chiuse. Sul fondo dello scafo s’intravedono un marsupio blu con delle stelline beneauguranti e una tuta in felpa azzurrina della stessa taglia. Dei blue jeans scoloriti penzolano da un timone; dei ferri arrugginiti escono dal boccaporto con qualche giubbotto salvagente senza fischietto annesso”.
Guardando le immagini di Margherita Lazzati partecipiamo anche noi al dramma dei naufraghi.
[Si ringraziano Margherita Lazzati e la Galleria L’Affiche per le foto]