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IL DIRITTO ALLA CASA SPIEGATO A BAMBINE E BAMBINI

In occasione della Giornata mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine, la Biblioteca del Confine ha incontrato le scuole del quartiere per parlare anche ai più piccoli del diritto alla casa.

Il 20 novembre si celebra Giornata mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine, data che coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Convenzione sui diritti dell’infanzia, nel 1989. Ed è proprio a partire da questa Convenzione, dove è sancito il diritto alla casa di bambine e bambini, che la Biblioteca del Confine della Casa della Carità ha incontrato i piccoli alunni delle scuole dell’infanzia del quartiere Crescenzago a Milano, per parlare con loro del diritto all’abitare.

Spiega la bibliotecaria Chiara Mazzucco: «Dalla riapertura post-covid, come Biblioteca stiamo lavorando per ricostruire una relazione con le scuole del quartiere, con cui avevamo sempre collaborato fino allo stop della pandemia. E abbiamo deciso di cominciare questa “ri-conoscenza” partendo dal tema della casa, perché è questo che noi siamo».

Il diritto alla casa spiegato ai piccoli tramite i libri

Chiara Mazzucco e la responsabile della Biblioteca Cecilia Trotto hanno quindi incontrato le insegnanti delle scuole dell’infanzia “Carnovali”, “De Curtis”, “Bigatti” e “San Mamete” – che sono anche quelle frequentate dai bambini accolti alla Casa della Carità – per capire quali su quali tematiche si potesse collaborare: «Le insegnanti volevano fare un lavoro a partire dalla Convenzione dei diritti dell’infanzia con i bambini di 4 e 5 anni. Abbiamo quindi pensato di partire da questa esigenza con il nostro desiderio di far conoscere la Casa della Carità a bambine e bambini del quartiere», spiega Chiara.

Due i passaggi per parlare insieme di questo tema: per prima cosa, le classi sono state invitate in via Brambilla per conoscere la Casa della Carità e successivamente si è parlato più in generale della casa e del diritto all’abitare, partendo dalla letteratura.

«La visita alla Casa è stata un’esperienza molto divertente! Alcuni bambini già ci conoscevano, ma la maggior parte non sapevano che cosa fosse questo grande edificio giallo e pensavano fosse un ospedale. Quando siamo entrati, abbiamo visto gli ambienti, incontrato gli ospiti, si sono ricreduti: hanno fatto mille domande e sono rimasti talmente affascinati da chiedere di poter tornare», commenta Chiara.

Per quanto riguarda la discussione sul tema della casa, il confronto è partito dall’albo illustrato “Casa casina” (testo e illustrazioni di Manuela Mapelli, edizioni Corsare), che presenta in forma giocosa le diverse tipologie di casa: «Ci siamo soffermati sul significato di casa e sono nati racconti interessanti. Per esempio, quando abbiamo chiesto loro qual è la stanza della casa che preferiscono, hanno evidenziato quelle dove si vivono le relazioni, come il salotto, perché è lì che giocano con i genitori, o la cucina, perché è dove si prepara da mangiare per tutti», racconta Chiara.

Tanti tipi di case

Tra le varie tipologie di abitazione proposte dal libro, c’è anche la “casa panchina” e quindi ai bambini è stato chiesto come mai una panchina venisse indicata come casa: «Per loro è stato difficile capire e provare a dare una spiegazione, perché è qualcosa che sta al di fuori della loro esperienza quotidiana, ma è stato interessante discuterne, perché abbiamo potuto parlare del fatto che ci sono anche persone che non hanno una casa», dice la bibliotecaria.

Ai piccoli è stato poi chiesto di disegnare la loro casa o la casa ideale: «Devo dire che sono stati molto realisti: hanno disegnato case colorate, con dettagli molto precisi. Alcuni di loro hanno anche disegnato la casa degli amici, segno che si sentono parte di una comunità. E anche nelle frasi che accompagnano i disegni, dove si descrive a che cosa serve la casa, hanno mostrato grande concretezza».

In questo percorso di conoscenza con la Casa della Carità, a stupire di più bambine e bambini è stata la presenza della Biblioteca: «Quando abbiamo chiesto loro se a casa avessero una libreria, qualcuno ha detto sì e altri no e sono rimasti davvero sorpresi che qui ci sia un luogo dove chi abita questa casa può leggere le storie quando vuole», conclude Chiara.


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