È arrivato a conclusione il progetto “Diversə? Variegatə!” promosso dalla Casa della Carità, con il contributo del Municipio 4 del Comune di Milano e realizzato nel quartiere Molise- Calvairate.
Si è concluso lunedì 19 dicembre, con l’ultimo dei tre incontri in programma, il progetto “Diversə? Variegatə!”, promosso dalla Casa della Carità e realizzato con il contributo del Municipio 4 del Comune di Milano in diversi luoghi del quartiere Molise – Calvairate.
Obiettivi dell’iniziativa:
- parlare di salute mentale, andando oltre la discriminazione e lo stigma
- provare a diffondere una “etica della vulnerabilità”
- affermare che accogliere, proteggere, promuovere e includere le diversità è possibile, grazie alla relazione
“Diversə? Variegatə!”, com’è nato il progetto
«L’idea per questa iniziativa è nata dal forte desiderio di condividere e far conoscere il video “Diversə? Variegatə!”, che abbiamo realizzato in occasione della Giornata della salute mentale del 10 ottobre scorso. Un video che racconta come la discriminazione demolisca l’autostima, la salute mentale e il benessere di ognuno di noi», esordisce Emanuela Costa, assistente sociale e una delle operatrici della Casa della Carità che ha portato avanti il progetto.
«È stato un lavoro che, come sempre, ha visto il coinvolgimento e la collaborazione delle persone che frequentano il centro Proviamociassieme e rappresenta un percorso di autodeterminazione che dal sentirsi diverse e diversi, non accettati, non inclusi, traghetta alla consapevolezza che essere variegate e variegati è la nostra firma personale e ci ricorda che siamo unici e irripetibili», aggiunge.
La costruzione dell’iniziativa
Nasce così l’idea di costruire un percorso formativo da realizzare sul territorio, proponendo un modello, che ha come suo punto di forza il protagonismo degli utenti. Prima di rivolgersi all’esterno, quindi, il percorso ha coinvolto in primis ospiti e operatori del centro di viale Molise 5, che hanno partecipato a quattro incontri formativi.
«Durante questi incontri ci siamo chiesti quali tematiche potessimo affrontare negli incontri pubblici e come proporle agli altri. I temi, infatti, sarebbero stati tanti e a volte complessi. Su che cosa potevamo concentrarci?», spiega Claudia Messore, psicologa psicoterapeuta, tra le operatrici del progetto.
La scelta è stata quella di concentrarsi sul tema della diversità: «Ognuno e ognuna di noi è unico, irripetibile, prezioso. Ma che cosa ci rende unici? Le nostre esperienze e il nostro modo di vivere le emozioni durante queste esperienze», aggiunge Claudia.
Nei primi tre incontri preparatori si è quindi pensato: a un luogo della città in cui si è sperimentata un’emozione intensa; a una persona con cui si sono vissute emozioni piacevoli; a un episodio della propria vita in cui ci si è sentiti orgogliosi di se stessi.
Le testimonianze
Nel primo caso, ha detto per esempio Ben: «Ho scelto il Duomo, perché ho provato un’emozione molto grande e ho pensato che fosse un segno di speranza e ho pregato di vivere tanto e di stare meglio».
La persona che è stata preziosa per Antonio è Giuseppe: «Giuseppe mi ha aiutato molto quando, a 17 anni, sono arrivato a Milano. E anche quando sono stato male, è stato uno dei pochi che si è avvicinato e da lui mi sono sentito ascoltato, accettato, rispettato. Mi ha dato la libertà di esprimermi. È stato fondamentale per il mio benessere».
L’esperienza che ha fatto sentire Marco orgoglioso di se stesso è stata la decisione, in un momento di difficoltà lavorativa, di vendere la propria casa, lasciare Milano e trasferirsi in un’altra città.
Nel quarto incontro preparatorio, si è invece parlato di come costruire una testimonianza capace di essere trasformativa per l’altro.
Gli incontri pubblici
Nelle scorse settimane si sono quindi svolti tre incontri sul territorio del Municipio 4, nella Parrocchia di Sant’Eugenio, nel Centro Anziani di viale Molise e alla Cascina Colombé, che hanno visto il racconto di queste e altre testimonianze.
«Gli incontri sono andati bene e c’è stata una buona risposta di accoglienza da parte dei partecipanti. Abbiamo vissuto anche momenti commoventi e c’è stata mostrata gratitudine e un desiderio di rimanere in contatto. E il primo esito è stato l’ampliamento di una nostra iniziativa, il Babbo Natale di Quartiere, che venerdì 23 dicembre vedrà anche il coinvolgimento, oltre che del centro Proviamociassieme, anche del Laboratorio di Quartiere Molise-Calvairate, del Gruppo Anziani Molise – Calveirate, dell’Associazione Todo Modo e dell’Associazione Achenium», dice ancora Emanuela Costa.
Che conclude: «“Diversə? Variegatə!” ha voluto essere un progetto pilota e una sorta di tirocinio formativo per i nostri ospiti. Il nostro desiderio e auspicio è quello di portare questa esperienza in altri luoghi significativi e rivolgerci soprattutto ai giovani».
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