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Centri per migranti in Albania: propaganda sulla pelle dei più fragili

La posizione della Casa della Carità rispetto all’avvio dei centri di detenzione per persone migranti in Albania, voluti dal governo Meloni.

È in viaggio, nel momento in cui scriviamo, la prima nave militare italiana con a bordo 16 persone migranti, tratte in salvo nel Mediterraneo, che saranno trattenute nei centri per richiedenti asilo voluti dal governo italiano in Albania.

Come molte altre organizzazioni che si occupano di accoglienza, anche la Casa esprime preoccupazione per le possibili violazioni dei diritti umani e del diritto di asilo che possono verificarsi in questi centri.

Solo per fare alcuni esempi, in questi luoghi, veri e propri centri di detenzione amministrativa, saranno valutate con procedura accelerata le richieste di asilo e, in caso di esito negativo, verrà trattenuto chi dovrà essere espulso e rimpatriato. Almeno teoricamente, perché sappiamo che i rimpatri verso i paesi di origine non sono possibili se non ci sono accordi bilaterali. Secondo gli attuali dati relativi ai rimpatri, si stima che almeno l’80% di chi è detenuto in Albania non potrà essere rimpatriato e per l’accordo Italia-Albania queste persone non potranno restare sul territorio albanese, ma dovranno essere trasferite in Italia.

Il governo dice che nei centri albanesi verranno trasferiti solo uomini adulti, non vulnerabili e provenienti da Paesi considerati sicuri. Ci chiediamo come possono essere considerate non vulnerabili, peraltro dopo uno screening molto rapido a bordo di una nave, persone che hanno alle spalle viaggi terribili, lunghi mesi se non anni, e che hanno subito probabili torture nei centri di detenzione libici. Come possono essere considerati sicuri Paesi come l’Egitto dove, come riporta un rapporto di Amnesty International, “migliaia di persone critiche verso il governo o percepite come tali sono arbitrariamente detenute e/o perseguite ingiustamente”?

Inoltre, se volessimo ragionare in termini meramente utilitaristici, secondo i calcoli del ricercatore dell’ISPI Matteo Villa, il costo per il trattenimento di una persona in questi centri è compreso tra i 300 e oltre 600 euro al giorno. Accogliere in Italia una persona migrante, offrendo anche un percorso di inclusione sociale, costa invece 35 euro al giorno

Il tema è complesso e vi invitiamo ad approfondirlo, ma quello che vogliamo chiederci è: a chi giova questa operazione? A noi di Casa della Carità appare pura propaganda, fatta sulla pelle dei migranti, persone che hanno la sola colpa di voler cercare un futuro migliore in un Paese diverso dal loro.

Meglio sarebbe, come ripetiamo da anni, investire in politiche che favoriscano l’immigrazione regolare, a cui devono accompagnarsi politiche di buona accoglienza e inclusione sociale.

[L’immagine in apertura è di AP Photo/Vlasov Sulaj]


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