Venerdì 2 settembre il progetto di accoglienza straordinaria dei profughi a Bruzzano si è concluso. Ma la parrocchia della Beata Vergine Assunta ha trovato nuovi spazi di ospitalità per due famiglie.
Il progetto di accoglienza straordinaria dei profughi si è ufficialmente concluso venerdì 2 settembre: sono stati 42 giorni durante i quali, dall’Oratorio San Luigi di Bruzzano sono passate 365 persone di 13 nazionalità, in gran parte donne e bambini, supportate da una rete di oltre 100 volontarie e volontari.
Ora i locali della parrocchia sono ritornati alle consuete attività, ma l’accoglienza dei profughi, in realtà, non è finita. Quel pezzo di città – che con i suoi residenti, la società civile, il volontariato, i suoi spazi e le attività locali ha scelto di impegnarsi e di vivere l’estate nel segno dell’accoglienza – è rimasta ancora a disposizione per dare ospitalità a due famiglie: una mamma afgana con i quattro figli e una mamma pakistana con i suoi due ragazzi. Se i primi, dopo alcuni giorni, hanno scelto di proseguire il loro viaggio verso la Germania, i secondi sono stati adottati dal quartiere.
Bruzzano: un’esperienza di umanità
«È una piccola ma bella esperienza di umanità. A differenza di chi continua a soffiare sul fuoco della polemica, la comunità di Bruzzano ha dimostrato che c’è un modo diverso di affrontare il tema dell’accoglienza che, se non è vissuta come un’emergenza diventa una ricchezza culturale. Se si guardano in volto le persone e si conoscono le loro storie, qualcosa rimane ed è un capitale solidale inestimabile», commenta in proposito don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità.
Anche la Casa della carità è tornata ad aprire le sue porte per un gruppo di profughi, che alla conclusione del progetto non avevano ancora trovato una sistemazione tramite i canali istituzionali. Si tratta di 15 donne provenienti dalla Somalia, due delle quali con figli piccoli, che sono state ospitate per alcuni giorni in via Brambilla. Da domani saranno accolte alla Cascina Cuccagna di Milano, che ha messo a disposizione i suoi spazi.
Il progetto di accoglienza dei profughi a Bruzzano ha rinnovato la positiva collaborazione, già sperimentata lo scorso anno, tra la parrocchia guidata da don Paolo Selmi e la Fondazione Casa della carità, che con i suoi operatori e mediatori ha fornito loro supporto, ma anche assistenza legale e sanitaria.
Nello spirito di gratuità che, per volere del Cardinal Martini è uno dei valori fondanti della Casa, l’iniziativa non ha previsto alcuna convenzione e nessuno stanziamento di fondi pubblici. Tutti i costi sono stati sostenuti dalla Fondazione, che ha lanciato una raccolta fondi straordinaria chiedendo il sostegno di tutti i suoi donatori, dei cittadini milanesi e delle aziende, come Milano Ristorazione che ha fornito i pasti giornalieri.