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I libri spazio dell’incontro

La Biblioteca del Confine della Casa della Carità, è il luogo in cui, attorno ai libri, si creano spazi di incontro e di relazione.

La Biblioteca del Confine della Casa della Carità, dedicata al cardinale Carlo Maria Martini, è un luogo molto speciale perché è il luogo in cui, attorno ai libri, nascono e si sviluppano spazi di incontro e di relazione, dedicati soprattutto a persone che vivono in contesti di marginalità sociale.

San Vittore, prototipo di luogo della marginalità

Uno di questi contesti di marginalità ed esclusione è la Casa Circondariale di San Vittore dove, dal 2014, la Biblioteca del Confine propone la “Società di lettura”, insieme al liceo scientifico “Alessandro Volta” e al Gruppo Carcere Cuminetti e nell’ambito di “Biblioteche in rete a San Vittore”.

La Società di lettura è strutturata in due fasi. Nel corso di una serie di appuntamenti settimanali, i ragazzi – nei loro contesti e poi insieme all’interno del carcere – leggono un libro, lo analizzano e, grazie al sostegno degli operatori della Biblioteca del Confine e dei docenti del liceo Volta, fanno emergere le loro riflessioni sui temi che quel libro propone.

Al termine del percorso, i giovani incontrano autori e autrici dei libri letti e dialogano con loro, nel corso di due eventi: uno pubblico e uno che si svolge nella Biblioteca del reparto giovani adulti del carcere di San Vittore. Protagonista dell’edizione 2023 è il libro “La sostanza instabile” di Giulia Lombezzi.

Società Lettura 2022
L’incontro finale della Società di Lettura 2022 all’interno di San Vittore

Il libro come pretesto per la relazione

«Il testo è importante, ma è solamente un pretesto per creare relazioni tra le persone e in particolare tra gruppi di giovani che vivono in contesti completamente diversi, pur abitando nella stessa città», ha spiegato Cecilia Trotto, responsabile della Biblioteca del Confine durante il convegno “Alla ricerca del testo perduto. Pratiche di sconfinamento: il libro come terra di incontro in situazioni di marginalità sociale” del 16 marzo scorso.

«Questi due gruppi – aggiunge Cecilia – vivono di pregiudizi reciproci, che però decadono quando ci si conosce e si legge e discute tutti insieme».

E l’importanza della lettura – di libri, ma anche di poesie – come luogo di relazione all’interno del carcere l’ha spiegata anche Elisabetta Palù, vice direttrice della Casa Circondariale: «A San Vittore c’è un’elevata presenza di detenuti stranieri, di cui una grossa percentuale è analfabeta. Una persona che entra in carcere in queste condizioni non è quindi in grado di comunicare e se manca la comunicazione, e quindi la relazione, aumentano il disagio e le probabilità di eventi critici e di forme di violenza. Il libro ma anche la poesia e la scuola diventano perciò luoghi di incontro che permettono di esprimere le proprie emozioni».

Per rafforzare la presenza dei progetti di lettura in carcere, che coinvolgono in particolare i giovani, da quest’anno la Biblioteca del Confine ha anche attivato un’azione sperimentale con il liceo scientifico “Luigi Cremona” di Milano: il progetto coinvolge una classe quarta in un percorso formativo sulla lettura ad alta voce e in azioni di promozione della lettura nelle biblioteche dei diversi reparti della Casa Circondariale.

La lettura come pratica di cittadinanza inclusiva per i più piccoli

Il carcere, tuttavia, non è l’unico luogo di marginalità sociale e deprivazione culturale. In questa situazione si trovano oggi anche migliaia di bambini e bambine, che vivono in condizioni di povertà educativa.

Da sempre la Biblioteca del Confine è impegnata per favorire la diffusione della lettura nelle fasce più giovani della popolazione, con particolare attenzione per i contesti con una forte presenza di bambini di origine straniera, come quello del Municipio 2 dove ha sede la Fondazione.

Ai tanti progetti proposti negli anni – come “Oggi leggo da protagonista”, “Primi passi” e “Qubì” – si aggiunge ora “L’isolachenonc’è”, iniziativa promossa da Fondazione Feltrinelli in rete con altre realtà milanesi, tra cui la Casa della Carità, nell’ambito del bando “Leggimi 0-6” del Centro per il libro e la lettura.

Oggi leggo da protagonista Biblioteca del Confine
Uno degli incontri del progetto “Oggi leggo da protagonista”

Il progetto ha l’obiettivo di favorire la costruzione di reti educanti in grado di fare sistema per un’offerta culturale che lavora sulla parola, sulla lettura e la creatività e che abbia ricadute positive nella quotidianità dei più piccoli, delle loro famiglie e delle comunità di riferimento.

Le azioni

Le azioni previste per i prossimi mesi sono:

  • La costruzione di un’alleanza territoriale per la promozione della lettura in età prescolare
  • Una formazione sulla lettura inclusiva e in lingua madre rivolta agli operatori dei partner e delle strutture coinvolte
  • La costituzione di un gruppo di Reading Ambassadors
  • Un palinsesto di iniziative pubbliche rivolte a bambini e famiglie, con letture ad alta voce e animate, letture in lingua e inclusive, attività laboratoriali, esperienze multisensoriali, iniziative performative
  • La costituzione di fondi di libri destinati alla fascia di età 0-10, da mettere a disposizione in modo stabile al pubblico

«Uno degli aspetti più interessanti di questa progettazione, che ci vede coinvolti come partner, è proprio quella di aver pensato a una formazione per i bibliotecari e gli attori protagonisti delle diverse iniziative. Il percorso, infatti, offrirà la possibilità di confrontarsi con punti di vista esperti sul tema della lettura inclusiva e di sperimentare strumenti e tecniche per promuoverla nei propri contesti», dice Cecilia Trotto.

Che aggiunge: «In particolare, si affronteranno i temi delle letture accessibili, in lingua madre e plurilingue e di come mettere al centro del percorso formativo libri e creatività come strumenti di relazione e inclusione con un focus specifico sugli albi illustrati. Un lavoro quindi pensato concretamente in funzione anche delle esigenze dei nostri target, in buona parte rappresentati da bambini di origine straniera, anche neoarrivati, con contesti familiari linguisticamente ed educativamente svantaggiati».

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