Lettera aperta a candidate e candidati di Campagna Salute Mentale Lombardia, Unione Regionale Associazioni per la Salute Mentale (U.R.A.Sa.M.) Lombardia e Rete Utenti Salute Mentale Lombardia, che rappresentano operatori, familiari e persone che soffrono di disagio mentale
Milano, 7 settembre 2022 – Servizi territoriali adeguati a problematiche sempre più complesse, maggiori opportunità di vita e di relazione per le persone sofferenti, salvaguardia dei loro diritti e dignità, investimenti nel personale che a vari livelli si occupa di salute mentale.
Sono alcune delle richieste che Campagna Salute Mentale Lombardia, Unione Regionale Associazioni per la Salute Mentale (U.R.A.Sa.M.) Lombardia e Rete Utenti Salute Mentale Lombardia – che rappresentano familiari, operatori, cittadini e persone sofferenti – fanno alle candidate e ai candidati alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre, cui hanno scritto una lettera aperta.
«La nostra quotidianità è fatta di solitudine nella gestione di problemi e sofferenze; una solitudine che comincia da quando la malattia si manifesta e continua negli anni, quando, purtroppo spesso, i percorsi di cura non offrono sufficienti ed efficaci interventi e strumenti. Riteniamo che sia nostro diritto avere servizi adeguati a problematiche sempre più complesse, aggravate da due anni di pandemia, soprattutto tra le persone più giovani», affermano i rappresentanti delle persone con sofferenza mentale e dei familiari.
Gli operatori, invece, denunciano una grave insufficienza di personale, nell’ambito di tutte le professioni del comparto: medici, infermieri, educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, psicologi. Questo costringe chi è in servizio a lavorare in condizioni difficili e con ritmi impossibili: «Vogliamo ricordare che il nostro lavoro richiede tecnica, professionalità e soprattutto umanità, sensibilità, empatia e oggi non trova le condizioni favorevoli per operare al meglio», dicono. A causa della carenza di personale, poi, i Centri Psicosociali vengono accorpati e alcuni Reparti Psichiatrici di Diagnosi e Cura vedono la chiusura o il forte ridimensionamento, con gravi conseguenze per le persone.
«Il disagio mentale nasce nei luoghi di vita e di lavoro e si cura nelle comunità e con l’apporto delle comunità stesse. Riteniamo quindi che l’efficacia degli interventi in salute mentale non possa prescindere dall’implementazione della sanità territoriale, di prossimità, di qualità, gratuita e per tutti. È necessario un importante lavoro culturale in grado di stimolare e produrre un’organizzazione dei Servizi centrata sull’investimento nel e del territorio, nel rispetto dei diritti e del protagonismo delle persone sofferenti, nel contrasto a vecchie e nuove istituzionalizzazioni e nell’eliminazione di pratiche di cura violente e non terapeutiche», dicono ancora i rappresentanti delle organizzazioni firmatarie.
Che aggiungono: «Oggi dobbiamo però constatare che nel DM 77/2022 “per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale” che riforma il settore e delinea strategie, contenuti operativi e investimenti nel territorio (riferiti alla Missione 6 del PNRR), una questione centrale come la salute mentale di fatto è assente, resta in coda nelle priorità della salute ed è inserita quasi accidentalmente solo nelle raccomandazioni».
E concludono: «Chiediamo a chi governerà il Paese di dare seguito e concretezza agli impegni condivisi negli ultimi anni, nel pieno rispetto della centralità della persona e della comunità, rafforzando la cultura dell’assistenza territoriale, della presa in carico integrata e globale delle persone, del coinvolgimento di tutte le Istituzioni, le professioni e di tutti i soggetti che operano nella comunità».