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Advocacy

EU Inclusive

  • progetto concluso

Tra 2010 e 2012, la Casa della Carità ha partecipato al progetto europeo EU Inclusive per raccogliere dati e buone pratiche sull’inclusione della popolazione rom in Europa.

Cominciato nel settembre 2010, il progetto biennale “EU Inclusive – Scambio di informazioni e buone pratiche riguardanti l’integrazione nel mercato del lavoro della popolazione Rom in Romania, Bulgaria, Italia e Spagna” è stato portato avanti in partnership con Soros Foundation Romania, con l’organizzazione spagnola Fundación Secretariado Gitano e con quella bulgara Open Society Institute Sofia.

Dopo anni di lavoro sociale con numerosi nuclei famigliari, la Casa della Carità ha avvertito l’esigenza di una conoscenza ancora più approfondita e precisa della situazione italiana e, soprattutto, la necessità di un’informazione corretta sul tema dei rom. Solo a partire da questi presupposti, è possibile rompere la spirale di discriminazione ed esclusione all’interno della quale vive questa popolazione nel nostro paese.

Un’indagine nazionale

In quest’ottica, “EU Inclusive” si è rivelato un’importante occasione, innanzitutto, per realizzare un’indagine a livello nazionale sulla situazione attuale della minoranza Rom e il suo livello di inclusione sociale nel nostro Paese. Il rapporto studia l’evoluzione di variabili come occupazione, accesso ai servizi sanitari, condizione abitativa, livello di istruzione e migrazione internazionale. Inoltre, contiene sia l’interpretazione di dati quantitativi di rilevanza nazionale – raccolti in collaborazione con l’istituto di ricerca Aaster di Milano tra settembre e novembre 2011 – che la descrizione di alcuni studi di caso che illustrano esperienze rappresentative delle diverse condizioni occupazionali della comunità Rom in Italia.

La componente qualitativa della ricerca ha richiesto la realizzazione di cinque studi di caso che hanno coinvolto individui in condizioni di vita considerate rappresentative delle difficoltà di integrazione dei Rom nel mercato del lavoro. Ciascuno studio ha richiesto un colloquio approfondito con la persona scelta, una visita al suo domicilio e l’osservazione delle condizioni di vita nella comunità di provenienza, al fine di ottenere informazioni il più complete e rilevanti possibile.

Un convegno nazionale

Per quanto riguarda il nostro paese,“EU Inclusive” si è concluso l’11 e il 12 giugno alla Triennale di Milano, con il convegno “Rom e sinti, un’indagine nazionale”. Le conclusioni sono state affidate al presidente della Casa della Carità don Virginio Colmegna. “Il messaggio più importante uscito dal convegno è che la cosiddetta questione rom non è una questione specifica. È una questione che riguarda la qualità della cittadinanza, l’impegno della politica e delle istituzioni tutte e, soprattutto, è una questione culturale”.

Don Virginio Colmegna al convegno “Rom e sinti, un’indagine nazionale” – Clicca qui per vedere le interviste con tutti i relatori

“Per affrontarla – ha spiegato don Colmegna – bisogna stare nel mezzo. Da un lato, dobbiamo occuparci dei temi della legalità e della sicurezza e dei problemi posti dalla cittadinanza. Dall’altro, si devono combattere tutti i pregiudizi, le discriminazioni e i comportamenti razzisti, da quelli più subdoli a quelli più espliciti. Servono risposte concrete che non lascino incancrenire le situazioni. In questi due giorni è uscito un grande orgoglio, quello delle tante esperienze positive che nel nostro paese esistono e chiedono alla politica di farsi carico, con coraggio, di questo tema”.

Visite di studio e scambio

Il progetto ha previsto inoltre quattro visite di studio a Madrid, Sofia, Bucarest e Milano, per consentire a ciascuna organizzazione di conoscere direttamente le realtà dei propri partner e iniziare uno scambio di conoscenze ed esperienze. La conferenza internazionale finale “Towards an EU inclusive labor framework in support of Roma integration”, invece, si è tenuta a Bucarest l’11 luglio.

Durante l’incontro è stato presentato un report comparativo sulla situazione europea in materia di inclusione sociale e migrazione della popolazione rom.  Alla luce dei dati raccolti nei quattro stati coinvolti, l’Italia ha ottenuto in quasi tutti gli ambiti indagati performance peggiori dell’altro paese di destinazione dei migranti rom, la Spagna che ha una popolazione rom molto più numerosa e politiche più strutturate e attive da un maggior numero di anni. Al tempo stesso, però, le condizioni di vita della minoranza rom nel nostro paese sono, per molti aspetti, migliori di quelle dei luoghi di provenienza di queste persone, in Romania e Bulgaria.


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