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Residenza Fittizia: cos’è e come ottenerla

Scopri il significato di residenza fittizia, a cosa serve, i requisiti e la procedura corretta per ottenerla.

Avere una residenza è vitale, perché permette a ogni persona di godere di alcuni diritti fondamentali – dalla salute all’istruzione, dal lavoro al voto – e di richiedere documenti come la carta di identità o la tessera sanitaria. Senza residenza, inoltre, non è possibile accedere a servizi basilari come aprire un conto in banca o iscriversi ai centri per l’impiego.

Per consentire di avere una residenza anche a chi non ha un luogo dove poterla dichiarare – persone senza dimora o che non hanno accesso al mercato immobiliare regolare e sono costrette a vivere in contesti abitativi informali o con modalità ritenute non idonee ai fini della registrazione anagrafica – molte città hanno stabilito degli indirizzi dove fissare la cosiddetta residenza fittizia o residenza virtuale.

Che cos’è la residenza fittizia

La residenza fittizia (o anagrafica o virtuale) consente a chi è senza dimora o vive in una condizione di precarietà abitativa o in contesti informali, di accedere ai diritti fondamentali previsti dall’iscrizione anagrafica e di usufruire di servizi territoriali quali:

  • ricezione della posta
  • richiesta del medico di base
  • assistenza sociale 
  • partecipazione a bandi per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica 
  • richiesta di sussidi

e di fare richiesta dei seguenti documenti:

  • carta di identità
  • tessera sanitaria
  • permesso di soggiorno
  • fine pena

Avere la residenza fittizia non risolve tutti i problemi delle persone senza dimora, ma è un primo e fondamentale passo affinché vengano loro riconosciuti diritti fondamentali.

Chi può richiedere la residenza fittizia

La residenza fittizia può essere richiesta da persone senza dimora, che:

  • siano in possesso dei requisiti previsti dalla L. 1228/1954 art. 2 e dal DPR 223/1989
  • siano stabilmente presenti sul territorio del Comune
  • per i quali sia accertabile la sussistenza di un domicilio ovvero sia documentabile l’esistenza di una relazione continuativa con il territorio in termini di interessi, relazioni e affetti
  • esprimano la volontà e l’intenzione di permanere nel Comune

Come ottenere una residenza fittizia a Milano: procedura e requisiti

Le persone senza dimora che vivono sul territorio del Comune di Milano, possono attivare la residenza fittizia attraverso il servizio ResidenzaMi, attivo presso tutti i Municipi della città e gestito dalla Casa della Carità, insieme a Caritas Ambrosiana e Cooperativa Farsi Prossimo.

Al servizio possono accedere:

  • Persone già seguite dai servizi del territorio, pubblici o privati, quali:
    • servizi sociali 
    • ATS o ASST milanesi e servizi sanitari specialistici
    • enti del Terzo settore
    • organizzazioni di volontariato
    • centri ascolto parrocchiali 

In questi casi saranno operatrici e operatori di riferimento ad avviare la pratica.

  • Persone non conosciute dai servizi territoriali.

In questo caso, le persone che vogliono richiedere la residenza fittizia, devono presentarsi:

  • al Centro Sammartini (via Sammartini, 120), senza appuntamento
  • allo sportello filtro della Casa della Carità su appuntamento

Verificata la presenza dei requisiti minimi, verrà comunicata la data, l’ora e il luogo dell’appuntamento per un colloquio di approfondimento durante il quale la persona richiedente dovrà portare in visione i documenti necessari.

Per fare la domanda di residenza fittizia non ci sono costi da sostenere.

Residenza fittizia e legge italiana: cosa dice la normativa  

Il sistema giuridico italiano prevede una disposizione specifica per la residenza anagrafica, che è contenuta nell’articolo 2, comma 3 della Legge anagrafica 1228 del 24 dicembre 1954 e prevede che: “la persona che non ha fissa dimora si considera residente nel Comune ove ha il domicilio e, in mancanza di questo, nel Comune di nascita“. 

L’ordinamento prevede inoltre la possibilità di fissare la residenza in una via fittizia o virtuale (via della Casa Comunale, via del Comune, via della Solidarietà ecc…) o presso le sedi del Municipio o dei servizi comunali. Questo indirizzo ha lo stesso valore giuridico di un reale indirizzo fisico di residenza. 

A stabilirlo è stata la Circolare Istat 29/1992, definendo che ogni Ufficio Anagrafe deve registrare le persone senza dimora nel registro della popolazione residente, istituendo – in caso di assenza di domicilio o residenza – una via fittizia nelle quale la persona elegge il proprio recapito.

Quanto dura la residenza fittizia e come mantenerla

La residenza fittizia non ha scadenza, ma alcuni comuni stabiliscono una frequenza in cui la persona deve rendersi reperibile o presentarsi ai servizi. Se la persona si rende irreperibile per un certo periodo di tempo stabilito, viene avviata la procedura per la cancellazione della residenza fittizia.

Sportelli per la residenza nei municipi a Milano della Casa della Carità

Per anni, sostituendosi al pubblico, la Casa della Carità ha dato la possibilità di utilizzare il proprio indirizzo di via Brambilla 10 come residenza “fittizia” a persone che, pur non abitando in via Brambilla, avevano stabilito con la Fondazione una relazione e iniziato un percorso verso l’inclusione sociale.

Accanto a questo lavoro sociale quotidiano, la Casa della Carità si è impegnata a lungo anche a livello culturale e politico insieme ad altri enti del terzo settore cittadino, sollecitando il Comune di Milano a stabilire un indirizzo per le residenze virtuali.

Questa attività di advocacy ha avuto successo e nel 2019 è nato il servizio ResidenzaMi, dedicato a persone senza dimora presenti sul territorio cittadino e a quelle persone, italiane e straniere, che non hanno la possibilità di indicare un indirizzo di residenza.

Gli sportelli presso i Municipi:

  • forniscono informazioni rispetto al servizio Residenza-Mi
  • formalizzano le richieste di residenza e le inoltrano all’Anagrafe
  • sono riferimento per i residenti
  • ricevono e distribuiscono la posta loro indirizzata

Tutti i 9 municipi della città offrono la residenza presso loro zone, ma non tutti hanno uno sportello attivo e quindi alcuni sono accorpati.

L’impegno culturale e politico della Casa della Carità

Da marzo 2025, la Casa della Carità è tra le oltre 100 organizzazioni promotrici della campagna “Sei la mia città”, per l’estensione del diritto alla residenza a Milano. 

La campagna chiede al Sindaco e alla Giunta milanesi una deroga all’articolo 5 della legge Renzi-Lupi, che, esclude dall’iscrizione anagrafica le persone costrette ad accettare affitti in nero e chi ha occupato abitazioni per necessità.

Secondo i promotori è necessario riconoscere l’iscrizione anagrafica a tutte le persone che abitano stabilmente a Milano, a cui spetta la residenza ordinaria, come previsto dalla Costituzione Italiana. Bisogna altresì mantenere, per tutte quelle persone che si trovino effettivamente “senza fissa dimora”, la residenza fittizia per garantire loro, in tempi celeri, tutti i diritti previsti dalla procedura.

Fonti


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