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Cos’è il Ramadan: origine, tradizione e significato

Scopri con Casa della Carità il significato del Ramadan, le sue regole e le tradizioni legate a questo sacro mese per i musulmani.

Ramadan è il mese sacro dei musulmani e corrisponde al nono mese del calendario islamico. 

Nel Ramadan si ricorda la prima rivelazione del Corano a Maometto da parte dell’arcangelo Gabriele, in arabo Jibrīl, ed è il mese in cui si pratica il digiuno, che fa parte dei 5 pilastri della religione musulmana, insieme alla testimonianza di fede, la preghiera, l’elemosina e il pellegrinaggio alla Mecca.

Il nome proviene dalla radice araba “ar-ramad”, che significa “calore intenso” oppure, secondo una diversa etimologia, deriverebbe dal verbo ramaḍa “cuocere una capra nella sua pelle” e, quindi, “bruciare”.

Origine e Significato del Ramadan

Questo tempo di digiuno e preghiera è stato istituito da Maometto nel 624 d.C, nel secondo anno dell’Egira, cioè l’esodo dello stesso Maometto da La Mecca verso Medina. 

Nel Ramadan si ricorda la prima rivelazione del Corano a Maometto, com’è riportato nella Sura “Al-Baqarah”, al versetto 185: «È nel mese di Ramadân che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l’inizio] digiuni».

Per onorare questo momento, nel mese di Ramadan il musulmano si prefigge di approfondire la sua crescita spirituale e di rafforzare il legame con Allah.

A cosa serve il Ramadan e la sua importanza nella comunità musulmana

Il Ramadan non è una “pratica liturgica” fine a se stessa, fatta di digiuno quotidiano, rottura del digiuno e preghiere. Per i musulmani, astenersi dal cibo in questo periodo è essenziale per immergersi in una profondità spirituale che, sommata alla preghiera e alla riflessione, avvicina il fedele al Divino. 

In questo tempo, infatti, sperimentando la fame e astenendosi da tutta una serie di comportamenti, i credenti riflettono sul significato dell’essenziale, imparano a fare a meno del superfluo e a comprendere l’importanza di ciò che si ha, sviluppando empatia per il prossimo. 

Il digiuno, infatti, aiuta a “sentire” la fame del povero, attraverso la prova fisica, mentre il digiuno della parola e dei comportamenti in generale invita a limitare parole e azioni inutili o dannose. In questo modo, il Ramadan diventa una vera e propria lezione di autocontrollo, disciplina e purificazione.

Quando inizia e finisce il Ramadan?

Dal momento che il calendario islamico è basato sul calendario lunare, la data di inizio e fine Ramadan retrocede ogni anno di circa dieci giorni e corrisponde al giorno seguente all’osservazione della nuova luna crescente. L’inizio e la fine di questo mese sono determinati da un comitato religioso situato in Arabia Saudita. 
Nel 2025, il Ramadan dovrebbe iniziare tra il 28 febbraio e il 1 marzo, in base all’avvistamento lunare, per concludersi tra il 29 e il 31 marzo.

Pratiche e usanze durante il Ramadan

Queste sono alcune usanze e pratiche del mese di Ramadan:

  • Digiuno (Sawm): dall’alba al tramonto ci si deve astenere dal mangiare e dal bere. Si può consumare l’ultimo pasto leggero (Suhur) all’alba e la rottura quotidiana del digiuno, detta Iftar, avviene al tramonto. Tradizionalmente, si rompe il digiuno bevendo acqua o té caldo e mangiando dei datteri. Sono esentati i minori di 14 anni, gli anziani, le persone malate o che assumono delle terapie, le donne che allattano o in gravidanza. Le donne durante il ciclo mestruale e chi viaggia sono temporaneamente esentati e possono recuperare successivamente i giorni di digiuno non osservati.
  • Preghiere speciali (Tarawih) e lettura del Corano: durante il Ramadan, oltre alle 5 preghiere quotidiane (fajr all’alba, duhr a mezzogiorno, asr nel pomeriggio, maghrib al tramonto e isha la sera), si recita anche una preghiera speciale, detta Tarawih o Taraweeh, parola che significa rilassarsi, riposare. Si tratta di una preghiera notturna, che puo’ essere molto lunga e lenta, (anche piu’ di un’ ora) durante la quale le persone recitano il Corano e compiono molti cicli di orazioni. Poiché si tratta di una Sunna altamente raccomandata, le moschee di tutto il mondo tengono preghiere congregazionali per uomini e donne ogni notte di questo mese. Molti credono che coloro che pregano Taraweeh durante il Ramadan saranno ricompensati immensamente e avranno i loro peccati perdonati.
  • Umanità e carità (Zakat e Sadaqah): Quando finisce il Ramadan, l’Islam chiede di fare la Zakāt, cioè di donare una parte di quello che si ha a chi è in povertà o in difficoltà. La Zakāt è uno dei pilastri dell’Islam ed è quindi obbligatoria per i musulmani. Oltre a Zakāt, un altro gesto di umanità è la Sadaqa o Sadaqah, un atto caritatevole volontario, per cui qualsiasi donazione viene accettata, in qualsiasi momento dell’anno. A differenza della Zakāt, che ha una serie di restrizioni relative al tipo di assistenza che può fornire, la Sadaqa può essere utilizzata per qualsiasi progetto o programma a beneficio delle persone. La Sadaqa non è necessariamente un atto legato al denaro, ma può corrispondere anche ad azioni semplici di compassione e gentilezza, come un sorriso.

Cosa non si può fare durante il Ramadan?

Nel mese di Ramadan, dall’alba al tramonto, chi lo osserva deve astenersi da:

  • mangiare
  • bere
  • fumare
  • praticare attività sessuali
  • arrabbiarsi e litigare
  • dire parolacce o insultare gli altri
  • mentire

La festa di fine Ramadan: Eid al-Fitr

Con il sorgere della luna nuova del mese di Shawwal finisce il mese di Ramadan, che si conclude con la festa di Eid al-Fitr, festa dell’interruzione del digiuno, che dura tre giorni. Durante questa festa, si riuniscono la famiglia e la comunità. 

Durante i tre giorni di festa i fedeli si riuniscono per pregare, mangiare, scambiarsi doni e rendere omaggio ai defunti. In alcune città sono organizzate anche manifestazioni simili al nostro carnevale e grandi incontri di preghiera.

Come si vive il Ramadan alla Casa della Carità

Anche alla Casa della Carità viviamo intensamente il Ramadan insieme ai nostri ospiti di fede musulmana

Gli ospiti musulmani hanno la possibilità di digiunare e arrivare all’orario di rottura senza temere di dover saltare il pasto serale, perché, per esempio, quando il Ramadan capita nei mesi estivi si cambia l’orario serale della mensa e alla mattina gli ospiti che praticano il digiuno hanno un sacchetto con del cibo, che viene consegnato la sera precedente, così che all’alba possono mangiare. Se poi, come è capitato, l’orario della rottura cade dopo l’orario di chiusura della mensa, si prepara comunque del cibo che le persone possono consumare al tramonto e fare una rottura degna.

Non tutti gli ospiti musulmani praticano il digiuno. Per esempio se si segue una terapia farmacologica non si può, ma comunque tutti vivono con partecipazione questo momento

Inoltre durante il mese, viene solitamente promosso un incontro interreligioso di preghiera per condividere l’Iftar, la rottura quotidiana del digiuno, insieme alle diverse comunità islamiche di Milano e con i rappresentanti delle altre religioni.

Scopri di più sul Ramadan alla Casa della Carità


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