Ci ha lasciato una persona che è stata volontario della Fondazione per anni, ma che per la Casa della Carità è stata anche molto di più.
È arrivato alla Fondazione ancora prima che la sua sede venisse inaugurata e si è messo al servizio completo della nostra Casa. Fino a ieri quando, nella notte, è mancato nella residenza per anziani dove aveva trovato posto, a pochi passi da via Brambilla. Dire che Ernesto è stato un volontario della Casa della carità non rende bene l’idea della sua passione e del suo impegno per la Fondazione e per le persone che la abitano. “Era un uomo buono e generoso” lo ricorda oggi un ospite che lo ha conosciuto molto bene. E non ci sarebbe altro da aggiungere se non fosse che ci piace ricordare le tante attività e iniziative cui ha partecipato, soprattutto a favore dei più piccoli.
Emergenze e viaggi
Ernesto si è occupato della cappella della Casa e ha assistito don Virginio e don Massimo durante le funzioni. Si è impegnato durante le accoglienze d’emergenza e, quando arrivavano i bambini rom sgomberati da qualche campo, correva a comprare per loro sacchi di caramelle e dolciumi. Si è sempre dato da fare per far conoscere la Fondazione, per esempio, a Cremosano, suo paese Natale, oppure al Santuario della Madonna del bosco, cui era molto affezionato.
Ha partecipato al gruppo anziani, ma più per dare una mano agli operatori che per trascorrere del tempo con i suoi quasi coetanei. Insieme agli operatori della Casa ha anche viaggiato. E parecchio: ha partecipato alla spedizione Milano – Dakar e alle numerose missioni svolte in Romania. Certi ospiti, poi, li ha proprio adottati: aiutandoli dentro e fuori dalla Casa, diventandone una sorta di papà o di nonno, arrabbiandosi per i loro errori e gioendo per i loro successi.
Gli occhi che brillavano
Poi, quando l’età e la salute hanno iniziato a farsi sentire, ha cominciato a passare meno tempo alla Casa, senza che però i tanti legami costruiti in via Brambilla venissero meno. Anzi, negli ultimi mesi, erano gli ospiti, gli ex ospiti e gli operatori della Fondazione a fargli visita. E sono proprio loro ad averlo salutato per l’ultima volta. “Ci ha stretto la mano forte, non voleva quasi lasciarla” ricorda un’operatrice. “Quando siamo dovuti andare, ci ha salutato alzando la mano, con fatica, ma con gli occhi che brillavano”.
Alla famiglia di Ernesto porgiamo le più sentite condoglianze da parte di tutta la Fondazione.
A Ernesto un saluto e un grande abbraccio da tutti noi.
Nella foto in apertura: Ernesto legge il giornale al punto ristoro della Casa della Carità, come d’abitudine