Approfondimenti

Povertà assoluta: cosa significa e la situazione in Italia

Scopri cosa si intende per povertà assoluta, la situazione in Italia e le iniziative promosse dalla Casa della carità contro la povertà nel territorio.

La Casa della Carità accoglie e aiuta molte persone che provengono da o vivono in un contesto di povertà assoluta

Sono adulti singoli e famiglie, bambini e ragazzi ospitati dalla Fondazione nelle sue diverse sedi, ma anche persone che vivono in situazioni di marginalità economica e abitativa seguite dai servizi diurni della Casa.

Ma chi sono oggi i poveri? Come si manifesta la povertà e quali azioni di contrasto è possibile mettere in campo? Proviamo a parlarne in questo approfondimento.

Cosa si intende per povertà assoluta?

La povertà assoluta è calcolata dall’Istat e descrive la situazione di quelle persone o famiglie che non hanno la capacità economica per far fronte a una spesa mensile minima per l’acquisto di beni e servizi il cui consumo è ritenuto essenziale per vivere in condizioni dignitose nel contesto italiano.

Questi beni e servizi sono definiti dal cosiddetto “paniere”, aggiornato di anno in anno, che per esempio comprende:

  • spese per la casa
  • spese per la salute
  • spese per il vestiario

L’Istat classifica come “assolutamente povere” quelle persone o famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a una determinata soglia, definita in base alla regione e alla tipologia del comune di residenza, alla numerosità della famiglia e ad altri fattori come l’età dei componenti.

Per esempio, in base alla tipologia del comune di residenza si distingue tra:

  • Area metropolitana = Comuni centro di area metropolitana
  • Grande comune = Comuni periferici di area metropolitana e comuni con più di 50.000 abitanti
  • Piccolo comune = Altri comuni fino a 50.000 abitanti diversi dai comuni periferici di area metropolitana

Qual è la differenza tra povertà assoluta e povertà relativa? 

La povertà relativa, così come calcolata dall’Istat, si basa sull’International Standard of Poverty Line (ISPL), che definisce povera in termini relativi una famiglia di due componenti con una spesa per consumi uguale o inferiore alla spesa media per consumi pro-capite del Paese di riferimento. Per definire le soglie di povertà relativa per famiglie di diversa composizione numerica si utilizzano coefficienti correttivi.

Le variazioni dell’incidenza della povertà relativa, ossia il numero di persone o famiglie considerate povere sul totale della popolazione, dipendono quindi non solo dalle condizioni di vita delle singole persone o famiglie, ma anche dalle variazioni del reddito medio nazionale.

Quanti sono gli italiani in condizioni di povertà assoluta?

Secondo i più recenti dati diffusi dall’Istat (maggio 2024, riferiti al 2023) sono 5,7 milioni le persone residenti in Italia che si trovano in condizioni di povertà assoluta, ossia il 9,8% della popolazione.

Per quanto riguarda le famiglie in povertà assoluta, esse sono 2,2 milioni, l’8,5% del totale. I minori che vivono in queste famiglie sono 1,3 milioni.

Sono dati in crescita, se si considera che, nell’arco dell’ultimo decennio, l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è salita dal 6,2 all’8,5% e quella individuale dal 6,9 al 9,8%.

In particolare nel 2020, quando è scoppiata la pandemia di COVID-19, la povertà assoluta ha subito una forte accelerazione, per poi stabilizzarsi nel 2021. Nel 2022 c’è stata una nuova crescita a causa della fortissima accelerazione dell’inflazione, che ha colpito soprattutto le famiglie meno abbienti, seguita allo scoppio della guerra in Ucraina.

L’aumento della povertà assoluta ha riguardato principalmente la popolazione in età lavorativa (soprattutto i lavoratori dipendenti) e i loro figli, mentre gli anziani sono riusciti a preservare in larga misura la loro situazione, anche grazie all’indicizzazione delle pensioni all’inflazione.

Le misure adottate in Italia contro la povertà 

Limitandosi alle misure per contrastare la povertà adottate negli ultimi 10 anni, si possono elencare:

  • SIA – Sostegno per l’Inclusione Attiva: progettato nel 2013, ma entrato in vigore solo nel 2016, i potenziali beneficiari erano le famiglie con un ISEE massimo di 3.000 euro, senza distinzione di cittadinanza (per gli extracomunitari erano richiesti almeno due anni di residenza in Italia) e con la necessaria presenza di un figlio minore o disabile o di una donna in stato di gravidanza. Era articolato in una componente economica e in una di reinserimento sociale. Anche se non è stato raggiunto l’obiettivo dell’universalità, il SIA ha rappresentato un primo provvedimento di contrasto alla povertà adottato in modo omogeneo a livello nazionale
  • REI – Reddito di Inclusione: introdotto nel 2017 era destinato a famiglie con un ISEE massimo di 6.000 euro, con priorità per quelle con minori, persone con disabilità, donne in gravidanza e disoccupati di lunga durata. I potenziali destinatari dovevano essere in possesso della cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’UE o essere regolarmente soggiornanti. Al beneficio economico si sommava un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. 
  • RDC – Reddito di Cittadinanza: introdotto nel 2019 in sostituzione del REI, era destinato a persone e famiglie residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, con requisiti di reddito e patrimonio definiti. Era uno strumento di sostegno economico, combinato con misure per il reinserimento lavorativo e sociale. Il beneficio economico da una parte integra il reddito familiare dall’altra, se necessario, contribuisce al canone di locazione dell’abitazione o al mutuo. In un secondo momento, il beneficio economico è stato condizionato alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro da parte dei componenti della famiglia e all’ingresso del nucleo in un progetto personalizzato di reinserimento sociale ed economico che comprendeva anche i cosiddetti PUC – progetti utili alla collettività.
  • REM – Reddito di Emergenza: introdotto nel 2020 come sostegno temporaneo per le famiglie in difficoltà economica a causa della pandemia.

Il reddito di cittadinanza è stato abolito dal governo Meloni a partire dal 1° gennaio 2024 e sostituito con:

  • AdI – Assegno di inclusione: destinato alle famiglie in cui ci sia almeno un componente minore o con disabilità o con più di 60 anni di età. I componenti maggiorenni del nucleo, con responsabilità genitoriali, non già occupati e non frequentanti un regolare corso di studi e senza carichi di cura sono obbligati ad aderire e partecipare attivamente ad attività formative e di lavoro
  • SFL – Supporto per la formazione e il lavoro: è una misura rivolta a persone che versano in condizioni economiche e sociali difficili ma che sono “occupabili”, perché di età compresa fra i 18 e 59 anni e non appartenenti a nuclei destinatari dell’AdI. Prevede un’indennità di 350 euro al mese che viene erogata solo nel caso di partecipazione ad attività formative e di orientamento finalizzate all’inserimento lavorativo oppure a progetti utili alla collettività.

La povertà minorile e la povertà educativa in Italia 

Come si diceva, sono circa 1,3 milioni i minori che in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta. Altri 2 milioni circa sono invece a rischio. 

Alla povertà economica si associa spesso, per questi bambini e ragazzi, anche una situazione di povertà educativa, un fenomeno multidimensionale, che deriva dal contesto economico, sociale, familiare in cui vivono i minori. Povertà educativa e povertà economica, infatti, si alimentano reciprocamente e, sempre più spesso, si trasmettono di generazione in generazione. La mancanza o la carenza di mezzi culturali, oltre che di reti sociali, infatti, ha conseguenze negative anche sulle future opportunità occupazionali.

Per povertà educativa si intende la compromissione, se non la privazione, del diritto del minore a imparare, formarsi, sviluppare competenze e far fiorire talenti personali.

Bambine e bambini, ragazze e ragazzi che vivono in una situazione di povertà educativa, non solo hanno scarso o nullo accesso a strutture o materiale scolastico, ma sono privati di opportunità educative, culturali ed esperienziali che ne consentirebbero il pieno sviluppo.

Le iniziative della Casa della Carità per il contrasto della povertà educativa

La Casa della Carità è particolarmente impegnata nel contrasto della povertà educativa minorile.

Soltanto nel 2023 sono stati più di 1.200 i minori accolti nelle strutture della Casa della Carità o aiutati dai servizi diurni e territoriali. Sono bambine e bambini, ragazze e ragazzi che arrivano insieme alle loro famiglie, oppure solo con le loro mamme, che si trovano in situazioni difficili. A volte arrivano perfino da soli, in fuga da paesi in guerra o in cerca di un futuro migliore. A tutte e tutti loro, la Casa della Carità offre accoglienza e protezione, affinché possano innanzitutto riappropriarsi di un’infanzia e di un’adolescenza il più possibile normali.

Bambini e ragazzi sono anche sostenuti con progetti finalizzati all’inserimento, al successo scolastico e al proseguimento degli studi. E negli anni sono stati ottenuti risultati notevoli: lo raccontano storie come quella di Filip e Gianina, che sono arrivati senza nemmeno un paio di scarpe e ora vanno all’università.

La Biblioteca del Confine propone iniziative culturali e di formazione dedicate a bambini e ragazzi che vivono in contesti di fragilità sociale e povertà educativa. Per esempio, collabora con le scuole del territorio per la realizzazione di attività volte all’inclusione attraverso i libri, con uno sguardo particolare all’accessibilità di bambine e bambine con background migratorio o disabilità. Scopri di più.

Tramite i progetti PARI e PON Inclusione sono invece realizzati interventi in istituti scolastici situati in contesti segnati dalla fragilità sociale. I progetti lavorano su due livelli:

  • Da una parte, ai minori viene offerto un supporto extra-scolastico, per esempio per lo svolgimento dei compiti a casa
  • Dall’altra, si lavora con le scuole, attraverso la formazione dei docenti

Che cosa puoi fare tu contro la povertà

Con una donazione puoi costruire il futuro di bambine e bambini e ragazze e ragazzi, che provengono da contesti di povertà e povertà educativa, accolti alla Casa della Carità. 

Li prenderai per mano e li accompagnerai nel percorso per diventare grandi. Sosterrai il loro ciclo di studi e donerai alle loro famiglie la forza di ricominciare.

La vita di tanti bambini, bambine, ragazze e ragazzi poveri con il tuo aiuto può cambiare in meglio. Rimani accanto a loro mentre stanno diventando grandi!


Fonti

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