Mercoledì 12 giugno piazzale Martini a Milano si trasforma nel palcoscenico dell’ultima coreografia de I Baldanzosi, per parlare di salute mentale attraverso la musica e la danza
Mercoledì 12 giugno, ore 18, piazzale Ferdinando Martini. Segnate data e luogo in calendario, per non perdere la prossima iniziativa de I Baldanzosi, la compagnia di danza di Proviamociassieme, un progetto di sostegno all’abitare autonomo di persone fragili, realizzato dalla Casa della Carità nel quartiere Molise-Calvairate.
Ad aspettare il pubblico e i residenti del quartiere sarà il flash-mob Psycho-Thriller: un remake del famoso video di Micheal Jackson che, invece di essere ambientato in un cimitero, sceglie il “palcoscenico” del reparto SPDC – Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura.
Spiega Emanuela Costa, coordinatrice di Proviamociassieme: «Attraverso la narrazione generosa dei pazienti che hanno attraversato lo scompenso e sono approdati – chi volontariamente e chi no – alle cure istituzionali, abbiamo provato a rappresentare deliri, angosce, inquietudini delle persone con disagio psichico. Ma anche la speranza, che quando fa capolino permette di capire che esistono strade percorribili per stare meglio. Strade che sono battute dall’ascolto, dalla relazione e dalla costruzione della fiducia. Dai farmaci e anche dal riconoscersi tra chi quell’abisso lo ha vissuto».
Psycho-Thriller sarà un’esplosione di musica e danza per parlare di salute mentale, cercando di coinvolgere anche le associazioni del quartiere, e per provare a sensibilizzare chi ancora necessita di essere avvicinato al tema.
L’occasione segna anche l’incontro tra le ballerine e i ballerini di Proviamociassieme e le persone che partecipano ai laboratori promossi alla Casa dal progetto Migrarte: I Baldanzosi stanno preparando la coreografia e danzeranno dentro al reparto costruito dal perimetro umano che Migrarte realizzerà loro intorno nel tentativo di dare forma e sostanza al setting del reparto.
«È un progetto ambizioso che però ci sta regalando, anzitutto, la nostra collaborazione, i nostri scambi e la nostra conoscenza», conclude Emanuela.