Chi sono i minori stranieri non accompagnati (MSNA)? Leggi l’articolo per scoprire i diritti, spesso negati, di ragazze e ragazzi che arrivano in Italia da soli e il contributo della nostra Fondazione.
I cosiddetti “MSNA – minori stranieri non accompagnati” che arrivano in Italia da soli, senza genitori o altri adulti di riferimento, sono oggi una delle categorie maggiormente vulnerabili, a rischio di esclusione sociale, discriminazioni, sfruttamento e devianza. Hanno un bagaglio di vita pesante alle spalle, costituito spesso da violenze, torture, schiavitù, privazioni e sono accomunati dall’esperienza di un viaggio lungo mesi, se non anni.
In Italia questi giovani affrontano sfide dell’integrazione decisive per il loro futuro, dall’apprendimento della lingua all’inserimento scolastico e lavorativo. Sono sfide da superare per non rimanere sospesi in un limbo e poter invece raggiungere una piena inclusione sociale, sentendosi parte attiva e responsabile della comunità territoriale di accoglienza.
MSNA: chi sono i minori stranieri non accompagnati
Con l’espressione “minori stranieri non accompagnati” (MSNA), in ambito europeo e nazionale, si fa riferimento alle persone minori di 18 anni, cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea o apolidi, che si trovano, per qualsiasi causa, sul territorio nazionale o europeo senza assistenza e rappresentanza legale da parte dei genitori o di altri adulti per loro legalmente responsabili.
Secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia al 30 giugno 2024 sono 20.206, per l’87,8% maschi.
Le fasce d’età sono così distribuite:
- 17 anni – 49,05%
- 16 anni – 25,59%
- 15 anni – 9,65%
- 7-14 anni – 14,02%
- 0-6 anni – 1,69%
Per quanto riguarda i Paesi di provenienza, la maggior parte dei ragazzi stranieri soli presenti in Italia è di nazionalità egiziana (19,45%), seguono ucraini (18,86%), gambiani (11,25%), tunisini (10,62%), e guineani (8,31%).
Da dove arrivano i MSNA e perché
Le motivazioni che spingono questi ragazzi a partire sono principalmente di ordine economico. Come riferisce il coordinatore della struttura della Casa della Carità che accoglie i minori stranieri non accompagnati: «Soprattutto per quanto riguarda l’Egitto, l’Italia è conosciuta grazie ai racconti positivi dei coetanei già partiti e di coloro che vivono qui da tempo. E più aumentano le voci, più il viaggio sembra essere facile e fa meno paura. Per questo molte famiglie mandano qui i figli, con l’obiettivo di ottenere un miglioramento della propria condizione economica.
Una dinamica rafforzatasi con l’avvento dei social media, dove quotidianamente i ragazzi che sono in Italia pubblicano foto o video dove ostentano un’immagine di sé di successo, che però spesso non corrisponde alla realtà.
In alcuni paesi, come l’Albania, sembra invece che vengano messe in atto vere e proprie strategie: i ragazzi vengono mandati in Italia a trascorrere gli ultimi anni prima della maggiore età, per formarsi in un sistema scolastico migliore e che può offrire loro più scelta, per poi tornare in patria a lavorare.
Ma se è vero che fino a qualche anno fa a partire erano i figli considerati più forti e più sicuri di farcela, negli ultimi tempi arrivano anche i ragazzi più fragili o con problematiche psichiche, considerati spesso un peso dalle famiglie.
Il sistema di accoglienza dei MSNA in Italia
La tutela e la protezione dei minori stranieri non accompagnati in Italia sono assicurate da molteplici disposizioni, tra le quali principalmente il Testo unico in materia di immigrazione (D.Lgs. n. 286/1998), il relativo regolamento di attuazione (D.P.R. n. 394/1999); il regolamento 535/1999 concernente i compiti del Comitato per i minori stranieri.
L’Italia, inoltre, è l’unico paese Europeo che nel 2017, con l’approvazione della legge n. 47, la c.d. “Legge Zampa”, si è dotato di una normativa specificamente rivolta ai minori stranieri non accompagnati, introducendo significative modifiche al complesso della normativa vigente con l’obiettivo di rafforzare gli strumenti di tutela riconosciuti in loro favore.
In particolare, la legge introduce esplicitamente il divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei MSNA.
Al minore straniero non accompagnato che fa ingresso in Italia, pertanto, potranno essere riconosciuti alternativamente seguenti permessi di soggiorno:
- permesso di soggiorno per minore età, il quale può essere richiesto direttamente dal minore, o dall’esercente responsabilità genitoriale, anche prima della nomina del tutore;
- permesso di soggiorno per motivi familiari, rilasciato al minore infraquattordicenne affidato o sottoposto alla tutela di un cittadino italiano con cui convive o al minore ultraquattordicenne affidato o sottoposto alla tutela di un cittadino italiano o di un cittadino straniero regolarmente soggiornante con cui convive.
Entrambi i permessi di soggiorno sono validi fino al compimento della maggiore età.
Per quanto riguarda l’ospitalità dei MSNA, è prevista una fase di prima accoglienza in strutture governative ad alta specializzazione e cui segue un’accoglienza di secondo livello nell’ambito del SAI (Sistema di Accoglienza e Inclusione) gestito dai comuni.
Le nuove normative
A seguito di un decreto del Governo Meloni entrato in vigore a ottobre 2023, è stato previsto che, in caso di necessità, i prefetti siano autorizzati a sistemare i MSNA di 16 e 17 anni in Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) per adulti per un massimo di 90 giorni.
Secondo l’ONG Save the Children “la permanenza protratta in promiscuità presso le strutture di prima accoglienza per adulti rappresenta un serio rischio per un minorenne, in termini di possibilità di subire danni e incorrere in situazioni di sfruttamento. Inoltre, tale permanenza rischia di creare ulteriori difficoltà nel percorso di integrazione: ansia e frustrazione, un prolungato senso di precarietà che può spingere all’allontanamento dalle strutture, ma soprattutto ritardi nell’accesso a diritti fondamentali, come l’istruzione, la tutela, il ricongiungimento con i propri cari o l’inserimento lavorativo”.
Cambiamenti anche per quanto riguarda l’accertamento dell’età: se, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati, v’è dubbio sul fatto che la persona sia effettivamente minorenne, l’autorità di pubblica sicurezza può disporre immediatamente lo svolgimento di accertamenti sanitari volti a determinare l’età dandone comunicazione alla Procura della Repubblica. Fino a ora, invece, questi accertamenti potevano avvenire solo previo provvedimento della Procura e con ulteriori specifiche garanzie riguardo le modalità.
Inoltre, come riporta il sito OpenPolis, nel 2017 una commissione di inchiesta parlamentare ha sostenuto che gli esami previsti dalla nuova normativa, come i rilevamenti radiografici, possono avere un margine di errore consistente (fino a 2 anni), se non sono accompagnati da un approccio multidisciplinare.
Minori stranieri non accompagnati: la situazione di Milano
La Lombardia è la seconda regione, dopo la Sicilia, che ospita il maggior numero di minori stranieri non accompagnati, circa 2.450 su un totale di 20.206 presenti in Italia1. Di questi, circa 1.300 sono in carico al Comune di Milano (è la città metropolitana che ne accoglie di più in Italia), anche se i posti della rete SAI – Sistema di Accoglienza e Integrazione in città sono solo 400.
Per gli altri, le soluzioni trovate sono le più disparate: comunità educative, dormitori del piano freddo e centri di accoglienza per adulti, dove sono state create delle sezioni per questi ragazzi. Situazioni non adatte, perché qui non possono ricevere la cura necessaria di cui hanno bisogno in un momento della vita delicato come quello dell’adolescenza e, laddove sono in contatto con gli adulti, rischiano di finire in situazioni di sfruttamento e circuiti illegali.
Dal momento che anche tutti questi posti sono saturi, un altro 20% è collocato fuori regione, grazie a convenzioni stipulate dal Comune con altre città come Udine, Genova, Pordenone, Benevento dove sono gestiti “a distanza”, senza per esempio poter beneficiare della possibilità di avere un tutore o una tutrice come previsto dalla Legge Zampa.
Per quanto riguarda i dati anagrafici, si tratta soprattutto di maschi anche se in percentuale minore (il 73%) rispetto alla media nazionale (88%) e questo è dovuto a una grande presenza in città di minori ucraini, tra cui è importante anche la presenza di bambine e ragazze.
E la presenza, da marzo 2022, di minori ucraini influisce anche sull’età media dei minori stranieri soli presenti a Milano: 15 anni, mentre a livello nazionale si tratta soprattutto di ragazzi di 16-17 anni.
L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati alla Casa della Carità
Nel quartiere milanese di Ponte Lambro ha sede Casa Francesco, la risposta della Casa della Carità al fenomeno dei minori stranieri non accompagnati.
Educatrici ed educatori di Casa Francesco accompagnano questi ragazzi all’autonomia, sostenendoli in varie attività:
- consolidamento della lingua italiana
- accesso ai corsi di formazione professionale
- inserimento lavorativo
- ricerca di un’abitazione
- regolarizzazione dei documenti
Un elemento fondamentale del progetto educativo è la ricerca della casa. I giovani ospiti sono seguiti dagli operatori o partecipano a percorsi formativi per capire meglio cosa significa cercare casa in una città come Milano, dove e come farlo, come sostenere un affitto. In questo ambito, Casa Francesco collabora con altri enti del Terzo Settore che, mettendo a disposizione appartamenti a prezzi agevolati, cercano di facilitare il passaggio dalla comunità alla vita autonoma.
Prima di essere minori stranieri non accompagnati, gli ospiti di Casa Francesco sono innanzitutto adolescenti, che tuttavia non hanno vissuto appieno la loro giovane età. Nel Paese d’origine, infatti, questi ragazzi hanno magari iniziato a lavorare molto presto, per rispondere alle necessità economiche delle famiglie.
In Italia arrivano quasi sempre con un mandato ben preciso: guadagnare e mandare a casa i soldi. Per questo, il progetto educativo di Casa Francesco prevede anche attività ricreative, sportive e occasioni di svago, così che i ragazzi possano sperimentarsi, conoscersi meglio e riscoprire un’età sconosciuta.
L’impegno della rete nessuna persona è illegale
Nessuna persona è illegale è una rete che è nata a Milano subito dopo la strage avvenuta sulle coste calabresi a Steccato di Cutro il 26 febbraio 2023. La Casa della Carità vi partecipa insieme a tante altre realtà e ad attiviste e attivisti della società civile milanese. Da alcuni mesi, all’interno di questa rete, si è avvertita l’esigenza di occuparsi più nello specifico dei minori stranieri non accompagnati, sempre più numerosi in città.
Da un confronto interno tra le associazioni e i gruppi coinvolti, è emersa una certa preoccupazione per la grave situazione che riguarda l’accoglienza di questi ragazzi.
Le comunità strutturate e predisposte per la loro accoglienza sono sature e non riescono più a soddisfare le richieste in arrivo sul territorio. Eppure a partire dall’inverno scorso altri minori sono arrivati, aggiungendosi a quelli già presenti e in esubero rispetto ai posti disponibili. In mancanza di interventi da parte del Ministero dell’Interno (le competenze relative alla prima accoglienza sono della Prefettura), il Comune ha dovuto improvvisare posti in strutture non adatte ai minori come CAS e dormitori del piano freddo o in soluzioni temporanee in condizioni del tutto disagiate, dove per molti la permanenza è andata ben oltre i 30 giorni previsti dalla legge per la prima accoglienza.
La rete Nessuna persona è illegale si è attivata, ritenendo inaccettabile che in una città europea come Milano possa essere riservato un trattamento simile a delle persone per giunta minorenni. In cerca di un confronto con le istituzioni interessate si è avviato un processo partecipato con l’obiettivo di coinvolgere anche i municipi insieme a rappresentanti della società civile (tutrici/tutori, associazioni e terzo settore) al fine di attivare processi di inclusione sociale e reti di prossimità.
Il 20 aprile 2024, all’interno del Forum delle politiche sociali del Municipio 3, si è tenuto un incontro dal titolo “Minori non accompagnati tra tutele e incertezze”. Tale incontro è stato utile per iniziare a problematizzare alcuni degli aspetti più critici dell’accoglienza e degli strumenti di tutela dei minori in occasione di un appuntamento pubblico:
- un’efficace presa in carico e tutela sin dalla prima accoglienza
- la nomina tempestiva di tutrici/tutori e la loro formazione
- i rischi dei tempi lunghi di permanenza nei CAS
- le difficoltà degli inserimenti scolastici
- il rafforzamento dei percorsi formativi
- conversione dei permessi di soggiorno
- il coinvolgimento di scuole e associazioni sportive per attività peer to peer e delle comunità di
- riferimento
- la garanzia del non respingimento
Questi aspetti sono imprescindibili per tutelare i diritti dei minori e garantire loro la possibilità di un effettivo percorso di inclusione nel tessuto cittadino. Non si tratta di assicurare loro solo vitto e alloggio, ma anche un idoneo affiancamento educativo e psicosociale che presti attenzione alla crescita e allo sviluppo di questi adolescenti.
Il tuo aiuto conta: sostieni i minori stranieri non accompagnati di Casa Francesco
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Hai bisogno di aiuto?
Per i minori stranieri non accompagnati neo-arrivati sul territorio cittadino è possibile accedere senza appuntamento presso la nuova sede “Filtro e primo accesso” in via Antonini, 2 a Milano dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 17:00.
La sede è contattabile telefonicamente al numero 02 884 66513, nei giorni e negli orari sopra indicati.
Per richiedere un appuntamento presso il Centro Servizi Msna in via Zendrini, 15:
- 02 884 66513
- 338 5055722
- via email a: milano.msna@comune.milano.it
Durante le ore serali/notturne e nei giorni festivi si risponde alle segnalazioni delle Forze dell’Ordine, della Magistratura o di altri Enti Istituzionali (ATS, Aziende Ospedaliere, Uffici dell’Amministrazione Comunale, etc.) operanti sul territorio cittadino attraverso i contatti:
- 338 505572
- milano.msna@comune.milano.it
Per le emergenze utilizzare il seguente recapito: 338.5055722 attivo h24 per 365 giorni all’anno.