Dedicato al tema dell’emergenza abitativa a Milano, il Presepe 2023 della Casa della Carità potrà essere visto in via Francesco Brambilla 10 fino al prossimo 7 gennaio.
Un Gesù bambino posato su una panchina e sullo sfondo lo skyline di Milano con il Duomo e i grattacieli illuminati. Con questa contrapposizione tra il bambinello che non ha trovato un luogo dignitoso dove venire al mondo e lo sfarzo della Milano degli eventi, delle week, delle abitazioni a prezzi sempre più inaccessibili, degli hotel pieni di turisti, la Casa della Carità presenta il suo Presepe per il Natale 2023.
Svelato oggi in via Francesco Brambilla 10, davanti all’entrata principale della Casa, il Presepe sarà poi visibile fino al 7 gennaio.
Spiega Iole Romano, operatrice della Fondazione che tradizionalmente si occupa della realizzazione dei Presepi: «Quest’anno abbiamo scelto di dedicare la Natività al tema dell’emergenza abitativa a Milano e all’acuirsi delle disuguaglianze in una città che va a due velocità: da una parte la metropoli internazionale, aperta ai turisti e ai grandi eventi; dall’altra la città delle famiglie che hanno sempre maggiori difficoltà a far fronte ai propri bisogni essenziali, a partire dal diritto alla casa».
Iole ha poi raccontato di come, da un confronto con gli altri operatori della Fondazione, sia emerso che la mancanza di un’abitazione è un tema trasversale, che riguarda non solo le fasce più povere della popolazione, che chiedono aiuto ai servizi della Casa della Carità, ma anche chi, per esempio, ha appena iniziato a lavorare a Milano e ha uno stipendio che non basta più a sostenere un affitto.
Ma che cosa c’entra Gesù con l’abitare? Risponde Iole: «Tra le molte espressioni che nella Bibbia raccontano l’abitare di Gesù, ho pensato al Vangelo di Giovanni in cui si dice “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” e mi sono chiesta: se Gesù nascesse oggi, dove abiterebbe? Pensando a questa emergenza, credo che Gesù si metterebbe a dormire, come tanti purtroppo, su una panchina. E volevo quindi far emergere questa contraddizione: il Natale richiama la casa, un luogo caldo, dove stare insieme, ma per troppe persone vivere le feste in questo modo non è possibile».
Insieme a Iole Romano hanno collaborato alla realizzazione del Presepe Chiara Mazzucco, bibliotecaria della Biblioteca del Confine della Casa della Carità e il volontario Gigi Elli.