Nella notte tra l’1 e 2 febbraio è scomparsa Liliana Succi, storica volontaria della Casa della Carità e tra le fondatrici di SON – Speranza Oltre Noi.
Liliana Succi, si può dire, era stata tra le “fondatrici” di uno dei servizi più importanti della Casa della Carità: quello delle docce e guardaroba. Se n’è andata nella notte tra l’1 e il 2 febbraio. I funerali saranno celebrati venerdì 3 febbraio alle 11, nella chiesa di Santa Maria Rossa a Crescenzago.
L’impegno di Liliana alla Casa
Alla Casa della Carità Liliana era arrivata nei primissimi mesi di attività della Fondazione, quando, dopo lo sgombero di un campo rom, erano arrivate in via Brambilla tantissime persone e lei, che abitava a pochi passi da via Brambilla, si era subito messa a disposizione: «Ho iniziato ad andare mattina e pomeriggio per dare una mano a gestire le docce. E in quel momento abbiamo iniziato anche il guardaroba. All’inizio non sapevamo bene come si “facesse” un guardaroba. Poi ci siamo organizzate sempre di più, fino ad arrivare ad avere tutti gli indumenti divisi per tipo e per taglia», aveva ricordato di recente.
L’avevamo intervistata a novembre 2021, in occasione dell’inaugurazione delle nuove docce della Casa. Era stata proprio lei, insieme alle ex “colleghe” Angiolina Fornari e Marta Medici Munari a tagliare il nastro del nuovo spazio, quando aveva ricordato due delle storie che più le erano rimaste impresse dei suoi tanti anni da volontaria: «Un ragazzo russo arrivato insieme ad altri connazionali, che mi confessò di voler tornare in patria, ma non voleva farlo da “perdente”, come invece si sentiva in quel momento. E un ragazzo italiano, che dormiva vicino alla Martesana e che si era perso nella droga. A Milano non aveva parenti, ma con gli operatori si era riusciti a rintracciare la sorella che viveva in Sardegna. Lei lo aveva accolto, proprio poco tempo prima che lui morisse».
«Se il duo Angiolina/Marta era la parte gagliarda e combattiva, Liliana è sempre stata la signora “d’animo nobile”, capace di accogliere le persone in difficoltà e le persone difficili con delicatezza. Mai una parola fuori posto o sopra le righe. Era delicata anche quando doveva raccontare le difficoltà incontrate con alcune persone incontenibili: ne parlava quasi con pudore, scusando sempre anche gli ubriaconi più inveterati. Silenziosa e talmente accogliente da registrare nella sua mente, e certamente nel suo cuore, i nomi e i volti dei tantissimi che frequentavano le docce: quante volte quando un ragazzo tornava alle docce dopo un lungo periodo, Liliana lo riconosceva subito e lo chiamava per nome. Poi la delicata domanda era “sei stato in vacanza”? All’annuire del ragazzo si intuiva che aveva trascorso un periodo in qualche carcere della penisola», ricorda Fiorenzo De Molli, responsabile dell’Accoglienza della Casa.
Il ricordo di don Colmegna
«Per la Casa della Carità, la scomparsa di Liliana rappresenta una grande perdita. Con lei avevamo impostato tutto il lavoro delle docce e guardaroba. Era una donna vivace, impegnata nel quartiere anche con l’Associazione Amici Casa della carità. Ricordo le sue battaglie con Legambiente contro l’inquinamento», ricorda don Virginio Colmegna.
Che aggiunge: «Per me è anche un momento di forte commozione personale, l’ho accompagnata fino agli ultimi istanti, ascoltando il suo grido di sofferenza, ma anche la sua gioia per l’avvio di SON – Speranza Oltre Noi. Lei era stata tra le fondatrici di questa esperienza, per far sì che suo figlio Marco avesse nel quartiere un luogo dove vivere anche dopo la sua scomparsa. Sognava il trasferimento in questo villaggio solidale, che stava per avvenire proprio in questo periodo. Ci mancherà».
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Leggi il ricordo di Liliana di Maria Grazia Guida, presidente dell’Associazione Amici Casa della carità. Clicca qui.