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The Last 20, le raccomandazioni conclusive

Le raccomandazioni sono state redatte durante la tappa milanese di The Last 20, nella sessione “Giovani per un riequilibrio ambientale e sociale”

Introduzione

The Last20” è una piattaforma nata per dare voce, cambiare la narrazione e combattere le ingiustizie e agire nei confronti degli “Ultimi 20” paesi rappresentati.

Più specificamente, l’obiettivo di questa piattaforma è quello di contrastare la mancanza di rappresentanza degli “Ultimi 20” paesi nella comunità internazionale più colpiti da impoverimento, conflitti, cambiamenti climatici, disuguaglianze sociali e di genere [M2].

I paesi identificati come “The Last 20” sono: Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centroafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Haiti, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Somalia, Sudan e Yemen.

La piattaforma The Last20 è stata promossa da: Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria, FEDAI – Federazione delle diaspore africane in Italia, Focsiv, Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, Fondazione Terres des Hommes Italia, ITRIA Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili, Mediterranean Hope, Re.Co.Sol. Rete Comuni solidali, Rete azione TerrÆ, Fondazione Casa della Carità “A. Abriani” Milano, Parco Ludico Tecnologico Ecolandia, Net Scarl; GREI250.

Gli incontri

Gli eventi di The Last20 hanno avuto luogo a Reggio Calabria, Molise e Abruzzo, Roma. L’incontro di Milano è stato organizzato da Fondazione Terre des hommes Italia – ONLUS, Fondazione Casa della Carità “A. Abriani”; Associazione Laudato Si’- un’alleanza per la Terra, il clima e la giustizia sociale; Eastriver ASD APS; CICMA -Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua.

L’incontro della piattaforma Last20 a Milano ha ottenuto il patrocinio di: Comune di Milano, Fondazione Cariplo, Fondazione di Comunità Milano, Fondazione Peppino Vismara.

Durante l’incontro The Last20 a Milano la sezione “Giovani per il riequilibrio ambientale e sociale” è stata collegata all’incontro “Youth4Climate2021: Driving Ambition”, nell’ambito della Pre-COP26, con la stesura di alcune raccomandazioni finali.

Agli incontri di Milano hanno partecipato i rappresentanti delle comunità e delle reti del gruppo “Last 20” e alcuni studenti dell’Università Cattolica di Milano. Inoltre, erano presenti agli incontri anche diverse organizzazioni e associazioni che promuovono i diritti umani e ambientali, la lotta ai cambiamenti climatici, la solidarietà e l’accoglienza con nuove e innovative forme di educazione.

Tutti i partecipanti a The Last20 si impegnano a valorizzare e sostenere le popolazioni locali e i loro territori, per la difesa degli ecosistemi, la promozione di nuovi stili di vita, il commercio equo e la resilienza.

Raccomandazioni The Last20

Gli OBIETTIVI DI THE LAST 20

Obiettivo principale

The Last20 vuole contribuire a dare voce alle società civili degli ultimi 20 paesi nella lotta contro l’impoverimento, la corruzione, i conflitti, il cambiamento climatico, la povertà, le disuguaglianze sociali e di genere.

Obiettivi specifici

  • Stabilire una rete solidale per raccogliere proposte, iniziative, istanze e necessità da parte dei rappresentanti delle società civili e delle organizzazioni degli ultimi 20 per comunicare correttamente la realtà degli ultimi 20 paesi, al di là degli stereotipi, con gli obiettivi di promuovere un riequilibrio sociale, economico, ambientale e di genere che superi le attuali e crescenti disuguaglianze.
  • Inviare un documento alla Pre-COP26 con le raccomandazioni dei partecipanti alla riunione The Last20 di Milano.

Risultati previsti

  • Costruire un ampio network per condividere e diffondere politiche, azioni, buone pratiche ed esperienze significative con la partecipazione attiva dell’Italia, dell’Europa e dei rappresentanti degli Ultimi 20, attraverso le loro reti locali, formali e informali.
  • Creare un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze tra associazioni italiane, europee e dei Last20, movimenti giovanili, ambientalisti, di solidarietà e di pace, organizzazioni non governative ed università.
  • Costruire una prospettiva “The Last20”, legata agli SDG e all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per rafforzare i mezzi di sensibilizzazione dei cittadini, dei governi dei paesi L20, delle ONG e dell’opinione pubblica internazionale sui bisogni e le potenzialità legate allo sviluppo economico, sociale e culturale e dei diritti dei paesi L20.

Considerando che:

Secondo l’Accordo di Parigi; i rapporti dell’IPCC, in particolare lo Special Report 1.5 Degrees, e l’Agenda 2030, è chiaro che gli impegni presi in precedenza dalla comunità internazionale ad oggi non sono stati affrontati con la dovuta urgenza.

Ciò nonostante la preoccupazione espressa nell’ultimo rapporto dell’IPCC che sottolinea chiaramente l’impellenza della crisi le cui conseguenze affliggono con particolare intensità sugli stati L20 in primis.

Cercando di non ripetere gli errori e i fallimenti del passato, che si sono conclusi con risultati deludenti dalle decisioni prese alla fine di conferenze e vertici.

Questi incontri, e la stesura di questo documento, si sono svolti con l’intenzione di essere condivisi nella Pre-COP26 e nel G20, aventi tutti luogo in Italia quest’anno.

Noi, piattaforma The Last20, teniamo a sottolineare la dimensione intersezionale del cambiamento climatico, che aggrava ingiustizie sociali, conflitti, disuguaglianze di genere e violazioni dei diritti umani.

Per questo motivo, crediamo che le popolazioni locali e i giovani dovrebbero essere i protagonisti della risposta a questa crisi. Inoltre, riteniamo che il ruolo dell’educazione sia cruciale per lo sviluppo dei giovani e per determinare il futuro di ogni paese.

Tenendo a mente che siamo tutti sulla stessa barca, e avendo il giusto riguardo per le generazioni future, la piattaforma The Last20 propone una serie di raccomandazioni per includere e coinvolgere i più vulnerabili nella lotta al cambiamento climatico.

RACCOMANDAZIONI

Le seguenti raccomandazioni sono state redatte durante la sessione di incontro “Giovani per un riequilibrio ambientale e sociale” a Milano con la partecipazione delle reti Youth International: Climate Social Forum, MOCK COP26; ANYL4PSD – African Network of Young Leaders for Peace and Sustainable Development, e gli studenti dell’Università Cattolica di Milano che frequentano il Master Cooperazione Internazionale e Pace (CESI).

  • Ogni governo si dovrebbe impegnare a stabilire un comitato nazionale formato da esperti nazionali, attivisti, membri di organizzazioni e associazioni incaricati di affrontare la questione del cambiamento climatico a livello nazionale
  • Ogni governo dovrebbe impegnarsi a includere nel suo curriculum nazionale a partire dalla scuola primaria un corso accademico specificatamente dedicato all’educazione ambientale. La gestione del corso così come la stesura del suo curriculum dovrebbe essere assegnata al comitato nazionale di esperti ambientali menzionato nell’articolo precedente. La composizione dei comitati nazionali dovrà essere inclusiva in termini di età, sesso, religione e gruppi etnici.
  • Ogni governo dovrebbe sottolineare l’urgenza di includere lo status di rifugiato climatico nella Convenzione sui rifugiati del 1951 e nel Protocollo del 1967, al fine di garantire ai migranti che fuggono dalle conseguenze del cambiamento climatico la medesima protezione legale garantita alle altre categorie di rifugiati.
  • È necessario garantire approcci basati sui diritti per soluzioni basate sulla natura (nature-based solutions). In questo senso bisognerebbe provvedere alla tutela di almeno il 30% degli ecosistemi terrestri, marittimi e di acqua dolce entro il 2030.
  • È necessario assicurare approcci basati sui diritti che rispettino e garantiscano i diritti fondamentali, in particolare l’uguaglianza di genere, i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali. Anche l’equità intergenerazionale, la tutela dei giovani, dei bambini e delle donne devono essere considerati di primaria importanza. Per questo motivo è necessario assicurarsi che questi ultimi possano prendere parte attivamente ai processi decisionali relativi al cambiamento climatico.
  • L’Agenda 2030 dovrebbe rimanere la base fondamentale per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Tuttavia gli obiettivi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dovrebbero essere ridefiniti secondo le peculiarità delle diverse regioni geografiche.
  • È necessario investire risorse finanziarie adeguate, ponendo grande attenzione alla loro allocazione, per sostenere le misure di adattamento e mitigazione del clima nelle aree del mondo più colpite del mondo, tra cui l’Africa. Ciò significa impegnarsi per rendere il settore finanziario più verde in modo tale da sostenere la resilienza e il cambiamento trasformativo.
  • È necessario affrontare direttamente i fattori che causano la distruzione della natura e il cambiamento climatico (compresi i sistemi agricoli e alimentari insostenibili, la silvicoltura, l’acqua, le infrastrutture) assicurando una transizione giusta e sostenibile che dimezzi l’impatto di tutto ciò che la società produce e consuma.
  • Le minacce al nostro pianeta – come il cambiamento climatico, la povertà e la guerra – possono essere superate solo dalla cooperazione tra nazioni e comunità internazionale. Tuttavia, ciò non è possibile finché gli stati manterranno imponenti e costosi eserciti che minacciano di distruggersi l’un l’altro. Dunque invitiamo ciascun governo ad azzerare i propri investimenti in armi nucleari e sforzi bellici in modo tale da aumentare gli investimenti per il conseguimento dei SDGs dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
  • Tutti paesi devono considerare la lotta al cambiamento climatico una priorità che ha bisogno di una risposta univoca e coordinata. Tuttavia, dobbiamo ricordare che gli ultimi 20 paesi sono fortemente colpiti da altri problemi urgenti come i conflitti armati e la violenza diffusa. È il caso dell’Afghanistan, per esempio, dove i diritti delle donne, dei bambini e delle minoranze sono drammaticamente a rischio. Chiediamo quindi che la comunità internazionale dia priorità alla protezione dei cittadini di questi paesi parallelamente alla lotta contro il cambiamento climatico

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